Il 29 novembre prossimo ParmaJazz Frontiere ospita un grande amico del Festival, Misha Alperin, compositore e pianista norvegese di origine ucraina che già ha più volte avuto modo di incontrare musicalmente Roberto Bonati, direttore artistico di ParmaJazz oltre che compositore e contrabbasssista. Al fianco di Misha, in un concerto dal titolo emblematico di Roots & Stories, Roberto Bonati al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria e alle percussioni.
Misha Alperin, gli ascoltatori assidui di Parma Jazz Frontiere lo sanno, è un ricercatore di ampi orizzonti, ma la sua tastiera fa risuonare nel profondo la musica popolare dell’est europeo, intrisa di sottili malinconie e di folate di umorismo. In certi momenti il pianista ucraino (che tuttavia vive da lungo tempo a Oslo) fa pensare alle atmosfere dei quadri di Chagall.
Roberto Bonati ha esplorato paesi sonori variegati, ha cercato da sempre i nessi possibili fra musica e letteratura (da Shakespeare a Melville, da Attilio Bertolucci a Pasolini alla poesia giapponese). Sogna da sempre un’arte totale; la “ricerca del suono come proiezione e specchio spirituale, leit motiv di ogni esperienza musicale” è il senso del suo lungo cammino artistico.
Roberto Dani è un percussionista in grado di dare ritmo e canto a legni, pelli e tamburi ma capace anche di trarre un senso sonoro dagli oggetti di uso quotidiano più disparati. Dani e Bonati hanno alle spalle un lungo percorso in comune, ma il trio con Misha Alperin è del tutto inedito e affronta la prova del palcoscenico proprio in questa edizione di ParmaJazz Frontiere. Forse, come scriveva Marcel Proust “l`unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell`avere nuovi occhi.”
Sicuramente i tre, veri poeti dell’improvvisazione musicale, questi occhi hanno dimostrato di averli.