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Rosa Genoni

Creato il 26 marzo 2015 da Eneadiomede

Oggi il nostro ruolo di primissimo piano nel mondo della moda ci sembra un dato di fatto. Ma dice la storia che non era così: Parigi dettava legge e deteneva lo scettro dell’eleganza. Per trovare i segni premonitori della moda italiana e della sua grandezza dobbiamo tornare alla fine dell’Ottocento e scoprire un personaggio straordinario, creativo, indipendente: Rosa Genoni (1867-1954), una delle fondatrici dello stile made in Italy.

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Rosa è figlia di un calzolaio e di una sartina, tanti fratelli e tanti bisogni. Così a 10 anni dalla natia Valtellina scende a Milano a fare la “piscinina”, cioè l’apprendista, in sartoria. Ma la ragazzina ha una marcia in più: studia alle serali, impara il francese, si avvicina ai circoli socialisti e alle prima battaglie femministe. Nella foto Rosa con la figlia FannyRosa è figlia di un calzolaio e di una sartina, tanti fratelli e tanti bisogni

Nel 1884, già maestra all’atelier Dall’Oro, va a Parigi per un convegno sui lavoratori e ci resta 3 anni, conquistando i segreti del mestiere sartoriale. Al ritorno si fa notare dalla Maison Haardt et Fils, all’epoca la più chic di Milano, dove diventa première: è il podio giusto per promuovere la rivoluzione anche nell’abbigliamento.

Rosa vuole emancipare la moda dal predominio parigino e per farlo si ispira all’arte italiana del passato: il gusto deve affondare radici nella nostra cultura.

All’Expo del 1906 è il successo: i suoi modelli, in particolare un abito ricamato suggerito dalla “Primavera” di Botticelli

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e un mantello da sera tratto dai disegni di Pisanello,

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ricevono il Grand Prix per le Arti Decorative

Rosa però non dimentica l’impegno sociale: nel 1905 organizza alla Società Umanitaria corsi professionali femminili, dove insegna e dirige per anni la sezione sartoria, biancheria e modisteria, nel ’28 apre la prima scuola di cucito per le detenute del carcere milanese di San Vittore.

 


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