Rosàlia de Souza: “Canto il Brasile, un vulcano di musica!”

Creato il 22 gennaio 2014 da Tipitosti @cinziaficco1

Nata a Nilópolis Rio de Janeiro, la sua voce è considerata un’icona di sensualità e leggerezza, ha calcato palchi prestigiosi in tutto il mondo. Donna carismatica, solare e semplice…lei é Rosàlia De Souza.

Conosciamola meglio.

Dal Brasile all’ Italia. Il tuo trasferimento nasce solo per scelta di studi o c’era qualcosa in particolare che ti legava a questa terra?

Nulla mi legava a questa terra e non c’è stata scelta, ho avuto un’opportunità e l’ho presa al volo. Avevo un amico che mi avrebbe ospitato e da questa sua cortesia, è nata la mia vita artistica. Lo sai che in Brasil lavoravo in banca?

No davvero è una sorpresa! La vita di un cantante è bella, piena di emozioni ma non facile, ti va di raccontarci i tuoi esordi?

La vita di una cantante non è sempre bella come uno se la immagina! E’ difficile da gestire e piena di imprevisti. Se ci penso, i miei esordi sono stati molto più leggeri che ora, dopo anni e diciamo ” un posto al sole”! Andavo a lavorare ogni sera. Nella capitale allora, c’ era tanta musica live e la canzone brasiliana andava per la maggiore. Ho lavorato un po’ in giro, principalmente con musicisti brasiliani come Alvaro Dos Santos, Roberto Taufic, Carlos Moreno. Alcuni di loro non sono più qui…

Quali sono state le difficoltà maggiori? E come le hai superate?

La maggiore difficoltà è stata imporre al pubblico un repertorio che non fosse fatto di canzoni da trenino all’italiana, non fare lo stesso repertorio che era richiesto nei locali. L’ho superata solo accattivando il mio pubblico con le mie interpretazioni e non facendo compromessi che mi avrebbero fatta diventare apatica!

Cosa ti manca del Brasile?

Mi manca il calore umano, mi manca la musica, mi manca la forza delle persone, il loro sorriso ed il non lasciarsi abbattere mai. Mi mancano cose “umane” più che altro.

Hai lavorato con tanti artisti brasiliani, Dos Santos, Ney Coutinho, Taufic per citarne alcuni, ma anche italiani tra i quali Nicola Conte. Il vostro è stato un connubio perfetto. Cos’ha dato in particolare alla tua crescita musicale ed artistica?

La mia esperienza con Nicola, essendo il primo disco come solista, è stata totale. Ho compreso il processo di una produzione, del modo di lavorare, la ricerca di suoni, ritmiche e poi i musicisti…ovviamente è stato solo l’inizio.

Ornette Coleman diceva “Il jazz è l’unica musica in cui la stessa nota può essere suonata notte dopo notte, ma ogni volta in modo diverso” inteso come intensità, stato d’animo. Cosa senti di aggiungere a questa sua citazione?

Coleman ha ragione, ma io non potrei mai pensare che gli altri stili musicali siano suonati sempre uguali. La cosa bella della musica suonata da un essere umano, è che è un prolungamento del proprio essere e quindi sospeso tra precisione ed emozione e questo vale per tutti. Un cantante non è diverso da un violinista. La differenza sta solo in chi riesce a controllare di più le proprie emozioni ed i jazzisti, si sa, lasciano scorrere nel sangue la musica!

Perchè il jazz? E cos’è per te il jazz?

Non c’è nessun motivo perché sia il jazz la mia forma di espressone, ma jazz perché lo chiamate voi così. Io canto la  bossa nova che non è jazz, ma si avvicina soltanto per questioni tecniche. A me piace il jazz, ma mi piace tutta la musica. Continuerò ad ascoltare jazz e continuerò a cantare jazz brasiliano, mi identifico e mi piace!

Sempre in tour, torni spesso nella tua terra. Qual è il rapporto fra la tua musica e il Brasile?

Il mio Paese è un vulcano musicale, ciò che prendo lì porto qui e si tratta di emozioni, non c’entra niente con lo stile. Ora in Brasil esistono pochi musicisti che fanno bossa nova, strano a dirsi, ma è la verità. Io continuo a prendere spunto dai grandi. Ancora vedo Marcos Valle, Roberto Menescal, Wanda Sá, Joyce, Carlos Lyra, Leny Andrade...li vedo proprio di persona, parliamo, ascoltiamo, scambiamo opinioni. Questa è la mia più grande fortuna, poterli toccare ed ascoltare le loro storie.

Tante le tue partecipazioni in tutto il mondo su palcoscenici di prestigio, Blue Note Milano, Montreaux Jazz Festival, Barbican Londra, Jazz Cafè Regno Unito, Mosca, Kiev, Lisboa, Womad a Las Palmas e tantissimi altri. Cantano le tue canzoni anche in Giappone, dove con l’ album ” Brasil Precisa Balancar” hai esportato il calore brasiliano. Quale esperienza ti ha regalato più emozioni?

E’ difficile classificare chi o quale  esperienza mi ha dato di più. Alcune volte solcare posti prestigiosi non dà tanta emozione come una piazza di un paesino sperduto, così come certi importanti musicisti possono valere meno che un autodidatta appassionato! Ho avuto la fortuna di essere sempre ben accetta dove sono passata e ci sono solo pochi in cui non tornerei.

Vita musicale piena la tua, intensamente live. Un modo speciale di regalare parte della tua anima. Quanto ricambia il tuo pubblico?

Il pubblico come ho detto prima, mi ha sempre accolta in maniera adorabile. Alcune volte mi ha dato molto di più di quanto mi aspettassi ed ho ascoltato delle storie che coinvolgevano la mia voce nelle loro vite, di una semplicità e bellezza, che mi hanno davvero emozionata. Per quanto sia pieno o vuoto un posto dove mi esibisco, trovo sempre persone che mi regalano emozioni.

Il brano che ti ispira di più e quello al quale sei più legata?

Non posso scegliere, non riesco a scegliere. Sono legata a molte canzoni ed a molti musicisti. Troppi forse.

Generi musicali che ti appassionano di più?

Funky, soul, classica, rock, melodica.

Nel 2013 hai collaborato con dj austriaci ad un progetto. Di cosa si tratta?

Si tratta di  una riedizione di alcune canzoni brasiliane anche se, devo dire, è cominciato tutto da una canzone di Henry Mancini in italiano, che loro mi hanno chiesto di  ricantare.
Poi da cosa nasce  cosa e ci siamo impegnati a fare altre canzoni. Uscirà a Maggio con Universal. Più di questo non posso dire. Non è un mio  lavoro, sono soltanto una partecipazione molto speciale.

Progetti? Stai lavorando per altri CD?

Progetti in corso ne ho, anche di questo non posso parlare, ma posso dire che al mio concerto fatto ultimamente al Blue Note Milano, ho cominciato a presentarlo al pubblico  con ottimo riscontro.

Ti va di dare un consiglio a chi decide di intraprendere la carriera di cantante?

Il mio consiglio è quello di decidere cosa si vuole veramente e di non perdersi in un bicchier d’acqua alla prima difficoltà. Il successo, quello che dura nel tempo, non si ottiene velocemente.

Lasciaci con un ritornello che ami cantare…

In questo momento mi piace cantare un pezzo di Gnarls Barkley “Who’s gonna save my soul now?” E’ semplice e meraviglioso!

                                                                                                                          Lara Di Fonte


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