Oggi il Tribunale di Palermo, dopo che per quattro volte la Cassazione aveva annullato i provvedimenti e aveva ordinato ai giudici del capoluogo siciliano di riesaminare le condizioni e lo stato di detenzione, ha accolto l’appello dell’avvocato Daniele Lelli Rosario Gambino è stato scarcerato.
Le motivazioni sono da ricondurre allo stato di salute che ha portato uno dei boss, dell’indagine “Pizza Connection” , ad essere ricoverato in ospedale per le gravi situazioni in cui versa.
Ma chi è Rosario Gambino?
E’ un palermitano di 69 anni, esponente di spicco di quella famiglia Gambino che era annoverata tra le cinque famiglie di Cosa Nostra più potenti d’America.
Rosario emigrò negli Stati Uniti negli anni 60 insieme ai suoi fratelli Giovanni e Giuseppe e riuscì subito a conquistare un ruolo di vertice all’interno di quel ramo della famiglia Gambino che governava New York.
Famiglia newyorkese, guidata da Carlo Gambino, che era giunta a comandare 250 clan con oltre 950 “soldati” . Oggi la famiglia è guidata , secondo l’Fbi, da John Jackie Nose D’Amico, strettamente collegato a John Gotti , morto in carcere nel 2002.
Rosario e i suoi fratelli gestivano il business del traffico di droga e i relativi reinvestimenti dei proventi illeciti. Nel 1979 , i fratelli Gambino furono coinvolti nelle indagini sul rapimento dell’ex banchiere Michele Sindona, il quale frequentava spesso la casa dei siciliani. Fu sempre Falcone a indagare su questo fatto evidenziando il rapporto tra la mafia siculo americana e il rapimento. Dalle indagini si evidenziò come il “regista” fosse il fratello di Rosario : Giovanni Gambino detto John.
Giovanni Falcone capì subito il ruolo del boss palermitano nell’ambito dello spaccio internazionale di stupefacenti tra Usa e Italia . Intuizione che diede il via alla famosa “Pizza Connection”, indagine del 1979 da cui da cui venne ripreso un film con un giovane Michele Placido e un già bravissimo Tony Sperandeo.
L’attività di Rosario Gambino non passò inosservata dalle autorità americane che lo condannarono a 45 anni di reclusione, scontandone 22 in galera.
Nel 2007 il boss fu scarcerato dal Federal Correctional Institute di Terminal Island in California e trasferito al Centro per Immigrati di San Pedro, dove rimase fino al 2009.
Arrivato in Italia trovò la condanna di 16 anni. Fino ad oggi.
Alessandro Ambrosini