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Rosati salentini, dal tipico sentore fruttato, da abbinare alla cucina marinara locale.

Creato il 26 luglio 2015 da Hugor @msdiaz61

Rosati salentini, dal tipico sentore fruttato, da abbinare alla cucina marinara locale.

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II Salento, il cosiddetto "tacco" dello stivale, è de­finito da pianure, da mo­desti rilievi dei Tavoliere di Taranto e di Lecce e dalle ondulazioni delle Serre, verso l'estremità della pe­nisola.

TERRENO: è costitui­to da una base calcarea tufacea permeabile, co­perta da uno strato di de­triti di rocce calcareo-argillose, riconoscibile dal colore rosso, per la consi­stente presenza di ferro. Si rileva la mancanza qua­si totale di corsi d'acqua superficiali.

CLIMA: è caldo d'estate e temperato d'in­verno, con escursioni termiche tra giorno e notte. La diminuzione di calore nelle ore notturne giova al vigneto perché ne rallenta i processi di maturazione, permettendo alle uve di arricchirsi di aromi.

Grazie a questo andamento cli­matico, il Salento è la zo­na viticola più felice del­l'intera regione. Ciò spie­ga perché i rosati salenti­ni si rivelano di buona ampiezza aromatica, pia­cevolmente pieni e sapidi.

La cultura del vino rosato non è molto diffusa. Vi sono episodiche produzioni de­gne di nota, spesso scono­sciute ai più. In quasi tutte le regioni il rosato è vissuto come una sorta di sottopro­dotto, come un rosso in­compiuto, ottenuto da una troppo breve macerazione del mosto, così che ne risul­ta un vino neutro, né bian­co né rosso.

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