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Rose metropolitane

Creato il 03 settembre 2014 da Mapo
Qualche sera fa, saranno state le undici, ero in metropolitana, di ritorno dai festeggiamenti di compleanno per un'amica. Trent'anni, un buon bicchiere di vino, in regalo un aquilone variopinto corredato da un biglietto scritto in francese e l'idea che la vita, entrati negli -enta, ci apra davanti un ventaglio di possibilità via via più stretto. Serata piacevole, insomma.
Seduto nel vagone semivuoto della gialla, occupavo i brevi intervalli tra una fermata e l'altra leggendo un libro di Diego Da Silva."Duomo, fermata Duomo" - scandisce l'altoparlante sulla banchina.Si aprono le porte e, da quella davanti a me, dopo aver dato un bacio a un ragazzo alto e spallato avvolto in una camicia candida, entra una ragazza bionda.
È bellissima. Avrà vent'anni o poco più, est Europa probabilmente. Alta quanto basta, elegante nella sua gonna lunga e nera con lo spacco, tiene una rosa rossa tra le mani.Sulla faccia, chiara e perfetta con due occhi azzurri e le labbra morbide, c'è ancora l'ombra di un sorriso che si spegne appena trova posto su uno dei sedili, dopo aver salutato il compagno dal finestrino.Mentre il treno riparte immagino una serata alla Scala, un aperitivo con le bollicine e una vita insieme in una cascina estone con 3 bambini biondissimi e intelligenti.
Torno al mio libro, sentendo di essermi impicciato un po' troppo. Immerso nella lettura - questo Da Silva è proprio bravo -  balzo fuori dal vagone appena in tempo per non perdere la mia fermata.Mi accorgo che è scesa anche lei, cammina a pochi metri davanti a me, verso la scala mobile. A breve distanza si ferma, guarda il cestino alla sua destra, allunga la mano e ci getta dentro la rosa. Un gesto così, senza pensare.
Rose metropolitane
Mi fermo a guardarla, rossa e disperata, ancora in bilico sul bordo del sacchetto trasparente. Si direbbe che annaspino, quei petali, sospesi su quella linea di galleggiamento che divide l'essere dall'esser stati.
Oggi ho cominciato a prendere il Lariam, corro veloce verso l'uscita sperando sia tutto un brutto sogno.

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