E’ noto che l’opinione pubblica, già restia a diffidare delle versioni ufficiali, è ancora più incredula di fronte agli indizi esoterici che gli autori di delitti veri o fittizi amano disseminare. Nondimeno queste “briciole occulte” possono essere utili per delineare il disegno criminoso e per definire la psicologia morbosa dei mandanti.
Passiamo dunque in rassegna queste tracce che denunciano la matrice dei “fatti” occorsi a Roma.
• Il protagonista, tale Luigi Preiti, nella fiction, è un muratore: questo particolare sembra riferirsi alla Massoneria deviata. “Massone”, infatti, significa “muratore”.
• Egli è originario di Rosarno: nella cittadina calabrese troviamo codificata la rosa, emblema ricorrente negli omicidi rituali e nelle altre efferatezze perpetrate dalla Confraternita della Rosa rossa, una nefanda setta che, fingendo di richiamarsi alla tradizione iniziatica dei Rosacroce, ne distorce i simboli e ne perverte gli scopi. A tale proposito si considerino le inchieste della Carlizzi e di Paolo Franceschetti.
• La presunta consorte di Preiti si chiama Ivana Dan. Il cognome Dan, probabilmente di ascendenza ebraica, è molto raro - in Italia sono solo 32 - e parrebbe alludere ad una ritualità occulta intessuta di adombramenti israelitici nei nomi: si pensi all’assassinio del piccolo Samuele, reato inquadrato in uno scenario magico dal compianto Giuseppe Cosco, sulla base di particolari che accennano a simboli e reminiscenze del giudaismo. La tribù di Dan è una delle cosiddette tribù perdute d’Israele: è plausibile che fosse di origine indoeuropea, coincidente con un “popolo del mare”.
• Il figlio della coppia ha undici anni. Il numero 11 è, come è risaputo, la firma dei Fulminati. Tale cifra si rintraccia pure nell’orario del false flag, le 11:40. Bisogna, però, riconoscere che potrebbe essere una mera coincidenza.
Ulteriori analisi della pantomima permetterebbero di enucleare altre spie segrete. Per ora ci siamo limitati a portarne alla luce qualcuna, come contributo complementare alle indagini di chi ha già dimostrato, senza tema di smentita, che gli “avvenimenti” di Piazza Colonna, di Boston etc. sono teleromanzi. Alla fine le innumerevoli trame del sistema saranno scoperte e denunciate, poiché Nihil occultum quod non scietur, Non esiste nulla di nascosto che non sarà palesato.
Regia: 4. Si rischia di essere surclassati da un Vanzina qualsiasi.
Sceneggiatura: 6. Si può migliorare.
Attori: 3. La “figlia” del Carabiniere Giangrande dovrebbe capire che un curriculum come Lucia Mondella nelle recite scolastiche non è sufficiente per essere credibili.
Effetti speciali: 2. Sembrano gli effetti di una pellicola fantascientifica italiana degli anni ’60.
Giudizio complessivo. Preferiamo le produzioni di Moccia: almeno l'atmosfera trasteverina è romantica e non da Stephen King di quart'ordine.
Antonio Marcianò - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
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