Stalin, Marilyn, Gandhi, Cassius Clay. La cinepresa scivola sui loro volti sbozzati nella cartapesta, immobili eppure così espressivi. Ghignano, fremono o sorridono misteriosi come divinità. La macchina si ferma su una testa incompleta. Rapide mani montano i pezzi mancanti, ecco, ci fissano ora gli occhi vitrei di Cate Blanchett. Ultima creazione del burattinaio. Che è, guarda un po’, Cate Blanchett. Sulla musica, la voce di Cate Blanchett, straordinario duttile strumento, recita il Manifesto del Surrealismo… “La sola parola libertà è tutto ciò che ancora … continua a leggere
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