Mi piace parlarvi di un’artista di Ravenna,in genere non scrivo di artisti contemporanei perché non mi piace intromettermi in un qualcosa in cui sarà la storia a decidere chi sarà un vero artista e chi invece un bravo artigiano, ma Rosetta è un eccezione, in quanto prima ho ammirato e invidiato i suoi lavori, poi ho conosciuto lei. Era più o meno il 2000, io mi ero avvicinata da poco al mondo artistico e non mi perdevo mai una mostra d’arte, quando vidi le tele “Intarsi” di Rosetta le paragonai all’intreccio di nidi d’uccello, ai fili che i volatili tengono col becco, librandosi nel cielo. Chissà invece cosa voleva dire l’artista, però la sua natura l’avevo riconosciuta, Rosetta il mondo naturale lo vive dentro e fuori di lei, è un po’ come la sua gatta: una regina poi vi spiegherò il perché. Rosetta Berardi vive e lavora a Ravenna, è di origini siciliane, terra di antichi riti e miti. Dopo l’Accademia di Belle Arti di Ravenna si laurea al DAMS di Bologna in Storia dell’Arte Contemporanea. Contaminazione può dirsi oggi l’arte, tutto è arte, ciò che vale è la visione nuova, l’angolo e il punto di vista originale questo è ciò che conta oggi, in una società massificata dominata da mode standard, l’occhio d’autore cerca e ricerca un punto di vista a 360° gradi. Rosetta è dedita alla pittura, all’istallazione, alla fotografia il cui filo rosso, inteso o sottointeso è sempre la natura. Rosetta nelle sue opere è elegante ed armonica, anche coi temi più crudi. Non molto tempo fa alla Galleria Ninapì di Ravenna, si è svolta una sua mostra dal titolo Strappi, già il titolo fa pensare ad una lacerazione , le opere nere, racemi o braccia levate in alto in cerca d’aiuto, erano là il fila, catalogate come salme all’obitorio, erano i pini della nostra amata pineta di Ravenna che un incendio aveva devastato. Rosetta, e qui sta l’idea geniale, oltre alla bellezza delle opere propriamente artistica, eterna lo scempio dell’uomo, eterna questi pini, ma allo stesso tempo fra questo nero, questo dolore, c’è la possibilità della rinascita. Ora posso dirvi perché Rosetta è una gatta/regina, Rosetta è minuta, delicata, la guardi e pensi a come possa avere una tale vitalità e inventiva, che io posso paragonare solo ad un uomo, mi scusino le donne per questo che ho scritto non sono antifemminista, ma in Rosetta sembra si siano annidati sia i pregi femminili che quelli maschili, la sua esuberanza si può paragonare alla fioritura. Le sue opere sono “potenti” ma mai totalmente drammatiche. Negli ultimi quindici anni Rosetta si è dedicata alla fotografia, il risultato è giocoso, colorato, amoroso, le foto sono intrise, imbevute, fitte e dense, se fosse per me le ruberei e le terrei nascoste, le guarderei solo ogni tanto per paura di sciuparle.
"Noi eravamo pini" dipinto 2014
articolo già pubblicato sul quotidiano "La voce di Romagna" il giorno 31/03/2014