Magazine Astronomia

Rosetta insegue la sua cometa piena d’acqua

Creato il 30 giugno 2014 da Media Inaf
Rappresentazione artistica di Rosetta che orbita attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Crediti: ESA, immagine AOES Medialab

Rappresentazione artistica di Rosetta che orbita attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Crediti: ESA, immagine AOES Medialab

Come Siding Spring, anche la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko viaggia nello spazio con un serbatoio carico di acqua e la sonda dell’ESA Rosetta, lanciata il 2 marzo 2004, la sta per raggiungere (nel mese di agosto) per osservarla da vicino. Quello che è stato rilevato di recente è che la cometa, subendo le altissime temperature del Sole nel suo viaggio nel sistema solare, espelle grandi quantità di acqua dal suo nucleo, che altro non è che un denso agglomerato di gas ghiacciati mescolati a polvere. Nonostante la cometa si trovi a 583 milioni di chilometri dal Sole rilascia quasi 2 bicchieri di acqua al secondo (300 ml/s).

Le prime osservazioni del vapore acqueo proveniente dalla cometa sono state effettuate con uno strumento a microonde montato su Rosetta (MIRO), lo scorso 6 giugno, quando la sonda era a circa 350mila chilometri dal suo obiettivo. Dopo la prima rilevazione, il vapore è stata trovato ogni volta che MIRO è stato puntato verso la cometa. “Abbiamo sempre saputo che avremmo visto il vapore acqueo provenire dalla cometa, ma siamo rimasti sorpresi da quanto presto lo abbiamo rilevato”, ha detto Sam Gulkis, ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California. “A questo ritmo, la cometa riempirebbe una piscina olimpionica in circa 100 giorni. Con l’avvicinarsi verso il Sole, il tasso di produzione di gas aumenterà in modo significativo. Con Rosetta abbiamo un punto di vista unico per osservare questi cambiamenti da vicino e imparare di più sul perché accadono”.

Crediti: ESA Infographic OSIRIS image from 4 June

Crediti: ESA Infographic OSIRIS image from 4 June

Tra i componenti fondamentali delle comete ricordiamo l’acqua, il monossido di carbonio, metanolo e ammoniaca. MIRO è stato progettato proprio per aiutare a determinare quanto ciascuno di questi elementi sia presente nel nucleo, per comprendere la sua natura e il processo di formazione dei gas. Ed è proprio il getto di questi gas che formano quello che è conosciuto come il “coma”, cioè l’alone che circonda la cometa. Mentre la cometa si avvicina al Sole, il coma si espande e, infine, la pressione del vento solare causerà la nascita di una lunga coda.

Nell’agosto del 2015 Rosetta incontrerà da vicino la cometa, che orbita tra la Terra e Marte. Oggi l’orbiter si trova a 72mila km dalla sua destinazione. All’appello mancano ancora sei delle dieci manovre totali da effettuare per posizionare Rosetta sulla scia di Churyumov–Gerasimenko. Si tratta di burning minori per le ultime inserzioni orbitali e la frenata finale: l’obiettivo è farla arrivare a soli 100 km di distanza dalla superficie. Di recente è terminata la fase di commissioning, che ha seguito il risveglio della sonda europea: negli ultimi mesi, uno per uno, tutti gli strumenti hanno ripreso vita dopo oltre due anni di ibernazione.

Determinare le variazioni del tasso di produzione del vapore acqueo e di altri gas è di vitale importanza per la pianificazione delle ultime fasi della missione, perché una volta che Rosetta si troverà più vicino alla cometa il deflusso dei gas potrà alterare la sua traiettoria. La sonda infatti dopo la fase di avvicinamento inizierà le manovre per far atterrare, prima volta nella storia, un lander (Philae) sul nocciolo della cometa che, tramite un trapano, effettuerà delle analisi in situ. Una missione questa che vede un significativo contributo italiano.

Per saperne di più:

La scheda tecnica della missione

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog