Un libro dedicato ad un personaggio tosto.
E’ quello scritto di recente da Rosellina Piano – Umberto Soletti editore - intitolato Signorina Aviatrice.
L’autrice ha provato ad: entrare nella vita di Rosina Ferrario cent’anni dopo, ritrovare la sua fiducia, il coraggio, la gioia del suo brevetto da pilota, il primo per una donna italiana, l’ottavo nel mondo; ad indossare con lei un casco di cuoio marrone, un po’ buffo ma pratico; a sentire l’odore dell’olio che brucia nel motore del suo Caproni e l’odore dell’erba della brughiera attorno al Ticino. E poi a passarle una mano fra quei capelli a zazzera, ribelli e sbarazzini e dirle: “Brava la mia ragazza, parlaci di te, raccontaci del tuo sogno”.
Ma Rosina si schermisce, è ragazza di poche parole, modi spigliati, da maschietto. Scrive un telegramma di tre parole soltanto nel momento più emozionante della sua vita. Dice: “Dato brevetto-arrivo Epifania – baci Rosina”.“Le domande – dice Piano – ce le facciamo tutte noi, oggi, al suo posto. Perché l’aereo, così rischioso e inaffidabile? Perché proprio lei, fra le tante signorine del nuovo secolo? Perché un brevetto, cento voli e poi nulla? Ogni vita è un mistero che merita di essere svelato: per Rosina e il suo coraggio occorre anche raccontarlo. Rosina, ce lo dobbiamo ricordare, è stata la prima audace donna italiana a conseguire il brevetto di volo. Oggi Rosina è l’emblema di una femminilità consapevole e protagonista del suo destino”.
Cinzia Ficco