La rosolia non è una malattia grave ma, può diventare pericolosa se contratta durante il periodo di gestazione. infatti, il virus può causare gravi danni ad alcuni organi del nascituro, come per esempio gli occhi. Ecco perchè, i medici suggeriscono sempre la vaccinazione, utile per tutte le donne che non hanno ancora passato la rosolia.
I problemi maggiori si riscontrano nelle prime settimane di gravidanza. Per scoprire se si è immuni, o meno, al virus della rosolia è sufficiente un esame del sangue; questo è noto come rubeo test che viene dispensato gratuitamente dal servizio sanitario nazionale.
Quando si pianifica una gravidanza, è opportuno sottoporsi al test e se si accerta di non aver già contratto la rosolia è meglio vaccinarsi. Questo passaggio dovrebbe avvenire con un certo anticipo rispetto alla data del concepimento infatti, è sempre consigliato lasciar passare un lasso di tempo pari a minimo tre mesi. Il vaccino contro la rosolia non può essere somministrato a donne gravide.
Se si è immuni si può ugualmente infettarsi ma, in questo caso, non sussistono spiacevoli conseguenze.
Può capitare che non si sia immuni e che la gravidanza non sia programmata; in questi casi il ginecologo di fiducia stabilisce un percorso, valutando anche la possibilità di somministrare alcuni farmaci specifici, utili per evitare l’infezione. Inoltre, è importante che la futura mamma segua alcune dritte atte ad evitare la rosolia, come per esempio non frequentare ambienti molto affollati e con scarso ricambio di aria; infatti, il virus viene trasmesso attraverso la respirazione e la saliva.
Il periodo più delicato per il feto di una mamma che si ammala di rosolia è, come abbia detto, il primo trimestre. I problemi riscontrati, oltre possibili menomazioni e disturbi a carico dell’apparato cardiocircolatorio, comprendono anche la possibilità di un’interruzione naturale della gravidanza. Invece, nel caso in cui la madre contrae la rosolia più avanti il nascituro ha minori possibilità di riportare danni.