Rossa come l’amore perduto
di Roberta Rizzo
Autore: Roberta Rizzo
Serie: //
Edito da: Giunti
Prezzo: 9.90 €
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 142 p.
Trama: “Rossa come l’amore perduto” è una storia di sentimenti, di dolore e di speranza. Protagonista è Constanze Blanc, 16 anni, capelli rossi come il rame e occhi di giada. E’ bella, alta, formosa e con un talento innato: suona divinamente il violino come sua madre, Sara. Constanze, detta Coco, e Sara vivono a Parigi. Coco segue a comando ogni ordine dettato da sua madre, dalla quale ha preso il cognome non avendo mai conosciuto l’identità del padre. A pochi mesi dal suo diciassettesimo compleanno, vive il più grave dei lutti: la morte della giovane madre colpita da leucemia fulminante. Sara le lascia un diario, nel quale Coco scopre che la madre era stata adottata e ne ripercorre la vita adolescenziale trascorsa in Italia, a Pavia. Così, tra le pagine, “conosce” il primo, grande, unico amore di Sara: un giovane clarinettista pavese dai capelli rossi e i modi gentili. Constanze ora sa che suo padre è italiano, ma nel diario non c’è scritto il nome, solo il nomignolo, Drago, per via delle sigarette fumate senza sosta. Coco partirà per Pavia e grazie all’aiuto di un’amica di sua madre, si iscrive al conservatorio immergendosi in quella vita che, sedici anni prima, aveva visto sua madre felice, innamorata e avvolta dalle magiche note di Mozart. La ricerca dell’identità del padre correrà parallela alla presa di coscienza di cos’è l’amore. Un corsa furiosa ricca di tormenti, lacrime, sorrisi e primi baci.
“Rossa come l’amore perduto”, della giornalista e scrittrice Roberta Rizzo, è capitato fra le mie mani in un’opaca mattina autunnale, dopo essere rimasto a occhieggiarmi per qualche tempo sulla scrivania. Cover elegante, di un’eleganza che ultimamente non si trova spesso nei romanzi italiani, e titolo evocativo, che sa di passione, dolore e amore. In poche parole il romanzo si presenta bene, sa vendersi e l’immagine della bella rossa con il violino in mano sembra trasmettere un senso di fascino e solitudine.
Dovremmo dire che la protagonista di questo romanzo è la giovane italo-francese Constanze, Coco, ma a fine romanzo al lettore sarà chiaro come, in realtà, la vera protagonista di questo piccolo libro di neanche 150 pagine, sia la Musica. Musica come passione per i magnifici suoni che è in grado di trasmettere, senza dubbio, ma anche come traccia e legame che unisce destini, trascendendo tempo, spazio, vita e morte.
Ad ogni modo, la protagonista fisica di questo romanzo, come già detto, sembrerebbe Coco, una ragazzina di sedici anni, cresciuta a pane e musica. Il primo capitolo vede appunto lei, Coco, in procinto di svegliarsi nella sua cameretta, a Parigi, in compagnia del suo cane Moz e di Art un geco timido e pigro, nonché di Cap. Cap, un’altra delle colonne portanti di questo libro, è infatti un violino molto prezioso, ereditato dalla madre di Coco, Sara.
“Rossa come l’amore perduto” è sicuramente un libro che merita di essere letto. In esso sono racchiuse una vasta gamma di emozioni che l’autrice, con il suo stile incredibilmente evocativo, riesce a trasmettere con un pianto urlato e colmo di disperazione, un vecchio armadio con un vestitino giallo al suo interno, una sinfonia o un semplice “rabbioso”. È sicuramente questo il punto forte del romanzo, la capacità dell’autrice di sviscerare, descrivere e trasmettere sentimenti, riga dopo riga. Il grande evento inspiegabile della vita di Sara e Coco si rivelerà essere, alla fine, uno dei misteri più comuni al mondo, e allo stesso tempo quello più irrisolvibile: l’arcano dei sentimenti.
Constanze, per una volta libera da noiosissimi triangoli amorosi – anche se all’inizio si potrebbe quasi temere il peggio – è stata ben tratteggiata in ognuna delle mille sfaccettature che la compongono. È verosimile, come lo sono le sue reazioni alle drammatiche circostanze che la vedono protagonista e i suoi rapporti con gli altri personaggi del romanzo. Non ci sono dialoghi forzati, o inutili ridondanze. Adorabile e ben comprensibile l’uso del francese in alcuni pensieri e discorsi diretti.
Ecco una delle pecche principali che ho notato nel romanzo, ossia la velocità. Il romanzo è corto, non c’è nulla da dire in proposito; ho letto libri più corti e ugualmente magnifici, il problema a mio avviso sta nell’evoluzione di alcune relazioni fra i personaggi. Per fare un esempio, è sicuramente un po’ improbabile quello fra Coco e David, il fidanzatino, anche se molto dolce.
Tutta la seconda parte del romanzo è particolarmente veloce, veloce per come accadono in fretta gli eventi e per come s’incastrano bene i pezzi senza un minimo sentore d’insicurezza, ma a parte questo aspetto, che l’autrice avrebbe potuto tranquillamente compensare con venti o trenta pagine in più, riconfermo il mio giudizio: buon libro, da leggere accompagnati dalle bellissime sinfonie di Mozart.