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Due sono i criteri che rendono una notizia, un fatto, notiziabile: la rilevanza del fatto stesso rispetto all'ambito di riferimento e l'interesse che può suscitare o che si prevede possa suscitare, nel pubblico.
Di fatto, com'è ben noto, non sempre tutte le notizie sono realmente rilevanti o degne di nota, ma esistono delle tecniche, piuttosto consolidate, per incrementare la percezione di rilevanza di un fatto al fine di aumentare l'interesse del pubblico.
Il pubblico, va da sé, è una merce pregiata, mutevole e da vendere al miglior offerente. In quanto merce, audience, pubblica opinione, dev'essere conservato in luogo fresco e asciutto, al riparo da luce e fonti di calore.
Il pubblico è una merce fragile e non va surriscaldato.
Il pubblico sono io, sei tu che stai leggendo, è il tuo vicino di casa che cucina la peperonata alle otto del mattino ed è in primis chiunque, consapevole o meno d'esserlo, partecipa attivamente e non alla vita politica, economica e sociale di un paese.
Dagli anni Sessanta in poi è stato un continuo susseguirsi di teorie che analizzano l'impatto dei mass media sul pubblico, una per tutte e in parte ancora attuale, la teoria della Spirale del silenzio di Elisabeth Noelle-Neumann [qui per ulteriori approfondimenti ed il testo completo], la cui tesi centrale vede nella riproposizione continua e ridondante di notizie da parte dei media la causa di una sempre maggiore incapacità del pubblico di selezionare le notizie degne di interesse e di comprendere i processi di influenza dei media. Tale incapacità susciterebbe nell'individuo, a livello inconscio, il timore costante di essere una minoranza e in quanto tale escluso dalla massa dominante.
Senza voler essere troppo retorici, in soldoni, io, tu, siamo costantemente bombardati da notizie e con sempre maggiore fatica siamo in grado di sottrarci a questo flusso ostinato o riusciamo a selezionare in modo soddisfacente le informazioni.
Il punto è che da qui al trastullarsi in questo marasma, il salto è breve, anzi, non c'è proprio il salto, restiamo seduti comodamente e clicchiamo a caso, facciamo zapping selvaggiamente, sfogliamo guardando solo le immagini.
Siamo diventati voyeur, siamo dei guardoni che letteralmente, alla stregua di un peep show, strizziamo affaticati gli occhi davanti a notizie strette, sottili come buchi e li allarghiamo invece tra le cosce di una soubrette cercando la mutanda. Ci annoiamo a leggere i testi troppo lunghi, come questo.
Senza rendercene conto diventiamo merce sempre meno di qualità.
Quindi, e qui la smetto, contro l'arroganza dei media, contro la pigrizia mentale, contro il tempo perso per farvi i fatti dei vips su twitter o della vostra amica ubriaca su facebook, io a nome di tutti, semplicemente, mi unisco al blogging day dedicato a Rossella Urru e vi offro stavolta una scelta molto facile.
La notizia è solo una e per leggerla impiegherete lo stesso tempo che avete impiegato a cercare di capire se Belen aveva davvero le mutande:
"Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella Urru ed altri due cooperanti spagnoli (Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione amici del popolo saharawi, e Enric Gonyalons, dell’organizzazione spagnola Mundobat) sono stati rapiti da uomini armati, arrivati a bordo di diversi pick-up..." continua a leggere
E sì, se accanto a questa notizia ci fosse stata una galleria con le immagini della tipa mezza nuda di turno, anch'io avrei cliccato prima sulla galleria e poi sarei tornata indietro per continuare a leggere. E me ne vergogno.
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