«Le imprese che hanno ottenuto le assegnazioni che oggi si vorrebbero revocare - afferma Rossignoli - hanno realizzato importanti investimenti per acquistare e installare gli impianti per le trasmissioni televisive digitali terrestri». La delibera dell'Autorità per le comunicazioni pubblicata lo scorso 10 ottobre modifica il piano nazionale di assegnazione in tecnica digitale escludendo da esso le frequenze ritenute «interferenti» nonostante «la riserva di almeno un terzo delle frequenze prevista dalla normativa a favore delle tv locali». «A meno di 60 giorni dalla data del 31 dicembre prossimo prevista per la dismissione delle frequenze, il Ministero dello sviluppo economico non ha ancora emanato il decreto previsto per l'attribuzione sempre entro il 31 dicembre delle misure economiche compensative», afferma Rossignoli precisando che «tale decreto avrebbe dovuto essere emanato entro il 22 gennaio 2014».
C'è poi da rilevare che la norma prevede per tali 'risarcimentì una somma che le tv locali giudicano «irrisoria»: per importi simili a quelli stanziati per la dismissione dei canali della banda 61-69 Uhf del 2012 «sarebbero probabilmente necessari almeno 60-70 milioni di euro», spiega il coordinatore di Aeranti-Corallo. Il governo con il sottosegretario allo Sviluppo Antonello Giacomelli ha parlato di un possibile aumento dello stanziamento «ma ad oggi tale incremento non è stato previsto», puntualizza Rossignoli. Sul tavolo del governo anche un'altra misura che va incontro alle richieste delle tv locali, ovvero la possibile assegnazione in sostituzione dei canali da dismettere dei canali liberi tra quelli non assegnati nell'ex beauty contest. L'associazione ha richiesto anche «il differimento di almeno sei mesi della data del 31 dicembre 2014 prevista per le dismissioni degli impianti», spiega Rossignoli. Che ricorda come al governo era stato chiesto anche l'avvio di tavoli tecnici. «Ad oggi tuttavia nessuna iniziativa è stata presa, al di là di generiche affermazioni di voler procedere a una riforma complessiva del settore di cui - rileva Rossignoli - non si conoscono i contenuti e che comunque non può certamente essere definita, approvata e attuata di qui alla scadenza di fine anno».