Rosso è il golpe thailandese: le camicie scarlatte, sostenitori del vecchio premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006, hanno invaso il centro di Bangkok per cacciare il governo del nuovo premier, Abhisit Vejjajiva. Lui oscura le loro emittenti tv; loro, le camicie rosse, hanno messo in fuga i deputati del Parlamento e si sono scontrate duramente con la polizia. Debutta fra pochi giorni la nuova rossa Ferrari, una 599 GTO, che riprende la sigla delle vecchie “Gran Turismo Omologate” ma promette altissime prestazioni. Speriamo che le mantenga: non come il Frecciarossa Torino-Milano, caro oltre ogni dire, su cui io inauguro oggi la mia vita da pendolare. Promette di metterci 50 minuti fra Porta Susa e Centrale, e lo stesso al ritorno: io ne ho già totalizzati 50, di ritardo, fra l’andata e il ritorno di oggi, e sono ancora a bordo. Da dove ho il privilegio, però, di assistere a scene gustose. Per cominciare i sedili hanno un cappuccetto che reca scritte pubblicitarie: “Il business nobilita l’uomo. E a volte lo riposa”. E’ la pubblicita’ di una macchina. E già ci sentiamo tutti in business class, complici i controllori, che, chi sa perchè, sono tutte ragazze carine e giovani, non i buzzurri scortesi che ci sono sul regionale. Un uomo poco fa ha risposto al cellulare e una signora gli ha chiesto di andare a parlare negli spazi tra le carrozze, infastidita dalla sua voce, con lo sdegno con cui i re a teatro mandavano un gentiluomo a chiedere al vicino di palco di stare zitti. Poi se vado in bagno non funziona lo sciacquone, e soprattutto siamo in ritardo, siamo in ritardo, siamo – cazzo! – in ritardo. Il treno Frecciarossa non costa di più perchè è più veloce (non lo è): ma perchè fa più figo.