Autobus strapieno, si procede a passo d’uomo. Sono tutti di fretta e particolarmente nervosi stamattina. Una ragazza sulla ventina, scarpa sportiva, capello corto e disordinato, sta in piedi con la schiena appoggiata all’obliteratrice. In una mano tiene il cellulare, nell’altra l’edizione in tedesco di Rosso come una sposa della scrittrice libanese Anilda Ibrahimi. É distratta, alza lo sguardo di continuo e cerca di farsi spazio tra i passeggeri e il passeggino che le si infila a fianco. Dopo qualche vano tentativo di lettura, rimette il libro in borsa e tira fuori le cuffie.