Bologna, Freakout.
Dopo essere stati frenati la scorsa sera durante gli Xibalba, speriamo di poter volare fra la folla a suon di mosh in quest’altro evento hardcore punk che fa colare tamarraggine da tutti i pori. Le premesse sembrano migliori per i Rotting Out: l’affluenza è maggiore, ci sono più gruppi esteri e sono presenti gli Xibalba stessi in veste di spettatori (oggi il tour con gli Hierophant è in pausa). Tutti con una gran voglia di accendere quella scintilla spenta sul nascere ieri.
Sarà compito dei Chains e Il Ghiaccio rappresentare l’Italia, e ne siamo orgogliosi. Il Ghiaccio sono violenza pura, un hardcore caotico. Servendosi di stop & go ripetuti lanciano pezzi velocissimi, forse i più veloci della serata, lasciando anche spazio a un inserto noise-rock, il che li rende senz’altro originali. Qui è possibile scaricare gratuitamente il loro demo, ve lo consigliamo.
Tocca ai Chains, gruppo straight-edge di Bologna. Forse più in linea con i gruppi stranieri, iniziano già a farci saltare sul posto a gambe incrociate. La voce è la stessa degli ED che, mischiata al rullante fisso e a sonorità meno thrashcore, crea un ottimo mix di più sottogeneri hc. I Chains coinvolgono i presenti grazie alla loro potenza e presentano così al meglio la tape uscita oggi e ascoltabile sul loro Bandcamp.
Lo straight-edge è il filo conduttore di tutti i gruppi, qualcuno porta persino la “X” sulla mano, tutti i membri hanno voglia di divertirsi insieme e la loro costante presenza sotto il palco ne è la dimostrazione. Con i Survival iniziamo a vedere i primi mulinelli. La band inglese suona un hardcore punk sporco e pompato, ma la batteria non ci convince: se solo fosse leggermente più veloce, scatenerebbero l’inferno. Su disco rendono meglio. Se cercate su YouTube noterete l’estremo mosh che “esercita” il cantante di Manchester, purtroppo ha un piede rotto e ci salviamo controvoglia. Il set è corto, mezzora ed è finito.
Con i Broken Teeth la temperatura si alza seriamente. Hardcore Punk Britannico da flessioni sul palco. Un beatdown così pesante che fa alzare i gomiti (nella versione SxEx del termine) perfino al cantante degli Xibalba… e non è il solo: lo accompagnano membri dei Rotting Out che, mentre fanno girare le loro braccia in un side-to-side, creano un varco fra gli spettatori. Ci sono i primi stage-diving e i nostri primi affezionati lividi, gruppi e spettatori festeggiano insieme questo evento, creando un clima fantastico. Alcune parti del concerto sono estremamente battute e fanno pensare più a una reazione da headbanging che da mosh, ma quest’ultimo segue, giustamente, inarrestabile.
Chi ha già visto i Rotting Out a Bolzano l’anno scorso ci ha raccontato di quanto diano la carica dal vivo, quindi ci aspettiamo una bella mazzata sui denti (anche letteralmente). Il live comincia con qualche scambio con il pubblico, ringraziamenti e frasi di concetto verso la “Direzione Sbagliata”, title-track del nuovo Wrong Way (6131 Records, 2013). È il delirio: il pubblico, fuso nel massiccio pogo, si stringe attorno al microfono per singalongare durante ogni pezzo cantato. Nonostante il locale non sia stipato, i presenti si divertono, in particolare con l’arrivo di “Street Prowl” altra title-track, ma questa volta del primo album (6131 Records, 2011), durante la quale nasce un 2-step collettivo ferocissimo e i mulinelli cominciano, il pit ne è intriso e crea quell’energia collettiva che mancava ieri. Non mancano gli stage-diving (pure stasera la Padova hardcore fa sentire la sua presenza), con esiti molto più interessanti. Le canzoni vengono inframezzate dai discorsi del cantante che, da bravo straight-edge non integralista, incita anche chi non appoggia la sua filosofia. La setlist ripercorre entrambi i dischi dalla band californiana e l’apice arriva quando, come bis, parte “Laugh Now, Die Later” vero e proprio manifesto di una corrente sempre più scolpita nel mondo hardcore contemporaneo. A questo punto il concerto è al termine e sappiamo che dobbiamo ridere ora e morire più tardi. Ridiamo. Caos. Gran bella serata.
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