Analizziamo brevemente la relazione tecnico-scientifica effettuata dopo l'alluvione di Modena del Secchia il 19/01/2014. La relazione e i metodi utilizzati dimostrano che la colpa NON è degli animali ma dell'uomo e che aggiungere le paroline magiche "tecnico-scientifica" non scagiona le colpe dei veri responsabili ovvero amministratori e manutentori dei fondi.
Relazione tecnico-scientifica sulle cause del collasso dell’argine del fiume Secchia avvenuto il giorno 19 gennaio 2014 presso la frazione San Matteo
* Sommario. Gli eventi di piena che si sono verificati sul fiume Secchia nel gennaio 2014 sono stati esaminati al fine di valutare le possibili cause del collasso arginale, avvenuto il giorno 19 presso la frazione San Matteo in destra idrografica. Sono stati raccolti e analizzati i dati idrometeorologici e le evidenze osservazionali rilevanti ai fini della determinazione dei flussi idrici e della loro interazione con l’argine collassato. Sono state altresì eseguite indagini specifiche di laboratorio e in sito al fine di caratterizzare le proprietà idrauliche e geotecniche dei terreni costituenti i corpi arginali e i relativi terreni di fondazione. Sono stati poi implementati alcuni modelli idraulico-‐idrologici e geotecnici, considerando (1) la geometria dell’argine, ottenuta, per la sezione collassata, utilizzando un modello digitale del terreno a elevata risoluzione, (2) le proprietà idrauliche dei terreni arginali rilevate – durante la presente indagine – in una sezione posta circa 600 m a valle di quella del collasso, e (3) le proprietà geotecniche dei terreni arginali e di fondazione determinate – sempre nel corso della presente indagine – in sezioni adiacenti al tratto d’argine interessato dal collasso. Sono stati infine presi in esame i possibili meccanismi di collasso del corpo arginale.- l'analisi è stata fatta DOPO l'alluvione e questo è un primo dato che già diminuisce di molto l'attendibilità di tutta la relazione. Nella scienza occorre riferirsi sempre a un "controllo" che deve essere il più fedele possibile a ciò che si vuole confrontare. Cosa che qui per evidenti motivi spaziali (l'argine si è rotto) e temporali (l'analisi è stata fatta ben dopo l'alluvione) non è possibile.Inoltre sono state fatte analisi di laboratorio che sono utili per analizzare certi parametri ma NON per risalire alle cause della rottura. Infine si dichiara che sono stati utilizzati modelli (al computer) per simulare l'evento alluvionale. Ma i modelli computazionali NON SONO MAI uguali alle condizioni degli eventi reali!
* Attenzione particolare è stata dedicata alle evidenze di campo, alle testimonianze raccolte e alla documentazione fotografica che indicano, nel tratto di argine in esame, la presenza di tane di animali selvatici con spiccata capacità fossoria. In tale ottica, sono state analizzate le relazioni geomorfometriche fra le tane osservate nelle foto aeree a elevata risoluzione, riprese nel 2010 e 2012, e l’evoluzione dei limiti della breccia, desunta dalle fotografie scattate da elicottero nella mattina del giorno 19 gennaio 2014.- attenzione!! si è fatto un confronto solo FOTOGRAFICO prima e dopo (che è un dato comunque oggettivo) e si sono raccolte testimonianze (che NON è un dato oggettivo in questi casi ma pur sempre valido). In tutti i casi comunque NON sono state indagate le reali CAUSE del collasso e anzi, si inizia a pilotare l'opinione pubblica sul fatto che sono presenti tane. Ciò non dimostra la correlazione ma il lettore comune assocerà la presenza di tane con la rottura dell'argine.
La foto qui sopra è tratta dal rapporto della Commissione. Ebbene viene dichiarato che le riprese sono del 2012 (ben 2 ANNI prima dell'alluvione). In pratica ammettono che il "problema" era conosciuto ma è stata fatta omissione di atti e di soccorso. Il punto T4 poi non sembra di animale perchè rispetto alle tane segnalate è completamente diverso. Inoltre non corrisponde la geografia delle tane o meglio della breccia con le 2 (e si, solo 2, campione non statisticamente significativo sia per numero che per modalità e contenuto di testimonianza) testimonianze raccolte.
* Le analisi hanno evidenziato che sono plausibili due fenomeni d’innesco del cedimento della difesa arginale, che possono aver agito anche congiuntamente. Un primo tipo d’innesco, riconducibile a processi di erosione interna, è del tutto analogo a quello documentato da quanto osservato sull’argine destro del fiume Panaro nel pomeriggio dello stesso 19 gennaio 2014. Si tratta di un fenomeno che si sviluppa inizialmente mediante un processo di progressiva erosione interna coinvolgente il sistema di tane, eventualmente indebolito dalla precipitazione diretta al suolo. Una volta asportato un sufficiente quantitativo di materiale, la parte dell’argine sovrastante la cavità crolla, provocando un notevole abbassamento della sommità arginale.- Vero. Eventuali cavità (tane, o cavità per prelevare l'acqua, allacciamenti abusivi, mancanza di manutenzione, ecc.) possono provocare cedimenti. Ricordiamo che però questa è la prima IPOTESI che quindi NON è stata dimostrata.
* Un secondo fenomeno d’innesco può essere ricondotto alla progressiva instabilità geomeccanica del corpo arginale, localmente indebolito dalla presenza delle menzionate cavità, favorita da condizioni di parziale saturazione indotte dalla piena e dalle precipitazioni dirette sul corpo arginale. La riduzione di resistenza a taglio dei terreni, indotta dalla loro saturazione anche locale, può causare una significativa diminuzione del grado di sicurezza della struttura arginale nei confronti della stabilità.- Vero anche questo. Ma valgono le stesse considerazione fatte sopra. Le ipotesi sono congetture. Ma se anche vengono riprodotte in laboratorio, non si avrà mai la dimostrazione che sia andato veramente cosi. E comunque ciò sta dimostrando una falla molto grave a livello amministrativo.
* Entrambi i fenomeni d’innesco comportano un sensibile ribassamento della sommità arginale e il conseguente sormonto della struttura da parte della corrente idrica, animata da velocità in uscita particolarmente sostenute. Una volta attivato il sormonto, la breccia evolve rapidamente, sia approfondendosi sia allargandosi, per effetto dell’erosione prodotta dalla corrente in uscita. In entrambi i casi si ritiene che, con riferimento all’evento specifico, la presenza di un sistema articolato di tane sia stata determinante ai fini del collasso arginale.- Certo, è un'ipotesi. Da dimostrare però. La commissione è onesta: parla al condizionale. Il problema è l'interpretazione che ne fanno i politici e i giornalisti pagati dalle lobbies venatorie e agricole. Nei documenti scientifici come questo l'uso dei termini è importante ed esiste una sola interpretazione. Attualmente quindi si ritiene, ovvero è probabile ma NON E' DIMOSTRATO e DIMOSTRABILE che sia andata proprio così. Fino ad ora quindi ne le tane ne gli animali sono "colpevoli" anzi viene dichiarata una situazione assai grave:
PUR SAPENDO DA CIRCA 4 ANNI CHE ERANO PRESENTI TANE IN QUEL TRATTO, CHI AVEVA LA RESPONSABILITA' DI METTERE IN SICUREZZA L'ARGINE NON LO HA FATTO. SI TRATTA DI INADEMPIENZA, SI TRATTA DI REATO. E infatti ecco cosa dichiara la presidente Confagricoltura Modena: "Tane negli argini, "C'è chi avrebbe dovuto ma non ha vigilato" Esiste un ente incaricato di vigilare gli argini, fare vigilanza e manutenzione e provvedere alla chiusura delle tane. Se fossero state applicate le norme si sarebbe evitata questa calamità annunciata". (fonte: http://www.modenatoday.it/cronaca/confagricoltura-vigilanza-argini.html )
Ecco altre dichiarazioni ufficiali prese dal sito http://gazzettadimodena.gelocal.it/:FAVIA: "DANNI DA MANCATA PREVENZIONE". "Sul dissesto idrogeologico la Regione investe poco e male, nonostante l'Emilia-Romagna sia il territorio più colpito da questo fenomeno. Occorre puntare sulla manutenzione e uscire una volta per tutte dalla logica dell'emergenza continua. E' tre anni che mi batto per aumentare i fondi regionali dedicati alla messa in sicurezza idrogeologica del territorio. Ma qualcuno nelle torri di Viale Aldo Moro ha preferito investire un miliardo e mezzo in nuove autostrade e lasciare le briciole al resto". E' questo il commento di Giovanni Favia, consigliere regionale indipendente. "Quello che sta succedendo a Modena è diretta conseguenza di una insufficiente politica di prevenzione - spiega Favia - il 15% dei residenti della nostra regione vive su una frana o una zona alluvionale senza magari esserne a conoscenza. A dimostrazione di come il problema del dissesto idrogeologico sia reale e drammaticamente importante. Non per i nostri amministratori, però, che lesinano risorse e investimenti, preferendo puntare sulla costruzione di autostrade e viadotti dell'Alta Velocità, che di certo non mancano nelle zone colpite dall'alluvione di ieri".
E qui sotto Confagricoltura smentisce l'AIPO, la responsabile e rea per mancata manutenzione!
CONFAGRICOLTURA: TRAGEDIA ANNUNCIATA "Mi dispiace dare torto al presidente Errani ma non mi possono dire che questo evento non si poteva prevedere. È Una vera e propria tragedia annunciata. Io abito esattamente davanti al punto in cui l'argine si è rotto e posso garantire che in tutto il 2013 non ho visto nessuno fare manutenzione". È La presidente di confagricoltura modena, eugenia bergamaschi, ad intervenire sulla tragedia che si è abbattuta su parte di modena e sui comuni dell'area nord. L'alluvione che da ieri ha allagato diverse zone della bassa modenese e che sta continuando ad avanzare verso medolla e san felice "non è stata dovuta alla piena", continua bergamaschi "perchè quella di ieri non era una piena eccezionale", ma da un buco che si è aperto nell'argine, tra l'altro nel tratto in cui il fiume scorre in rettilineo, e dunque dove dovrebbe essere più sicuro". Per bergamaschi, che spiega di aver "segnalato, da imprenditrice agricola, più volte la situazione", la rottura dell'argine è stata dovuta "alla presenza di diversi buchi all'interno degli argini, fatti dalle nutrie e da altri animali", che hanno reso fragili le strutture. Inoltre "la manutenzione manca anche all'interno del letto del fiume", continua la presidente, e questo lo "può vedere chiunque". Si tratta di "ramaglie e veri e propri alberi che inevitabilmente rallentano il corso dell'acqua che deve defluire".
Qui invece le immagini parlano chiaro: la distruzione del territorio e la mancanza di manutenzione per mezzo dell'uomo ha provocato e agevolato la rottura! http://www.sulpanaro.net/2014/01/largine-del-secchia-che-si-e-rotto-cosa-mostrano-le-foto-dal-2003-a-oggi-alluvionemo/
Già nel 2012 sono stati spesi soldi proprio per attuare dei lavori nel Secchia nei Comuni colpiti nel 2014 dall'alluvione:
Nel rapporto della Commissione possiamo leggere l'inquadramento geografico in cui si è avuta la rottura e l'alluvione:
Ecco cosa appare sul sito dell'AIPo (responsabile della manutenzione degli argini):
Ovvero poco più di 1 anni prima sono stati fatti dei lavori ma che visti i risultati non sono stati eseguiti con tutti i criteri necessari. Abbiamo quindi il vero responsabile dell'alluvione e dei relativi danni: AIPo.
Per ironia della sorte, proprio 1 anno prima ci fu un'apertura di una falla nell'argine del Secchia a Nord di Modena, ma tutto fu allora sotto controllo (per fortuna):
Si leggono poi articoli di giornali in cui alcuni portavoce di AIPo si scagionano incolpando la "non prevedibilità" della rottura, o accusando senza prove le tane di chissà quali animali. Non solo, viene anche dichiarata la carenza di fondi...
Il rapporto della Commissione prosegue con tutta una disamina tecnica e scientifica opportuna e valida e le conclusioni si riassumono in queste poche righe:
* Entrambi gli schemi dimostrano – pur nei limiti delle incertezze insite nelle variabili idro-‐ meteorologiche di controllo, nella parametrizzazione dei modelli, nelle descrizioni matematiche dei complessi fenomeni naturali considerati – una soddisfacente consistenza tra i risultati ottenuti e le osservazioni disponibili. Alla luce di quanto emerso dal presente studio, si ritiene che la presenza di un articolato sistema di tane sia stata determinante ai fini del collasso arginale.- Ovvero si ammettono le incertezze delle variabili e dei modelli ma dato che tali rapporti sono "commissionati" da una certa linea "politically correct", la forzatura la si può vedere nelle ultime due righe. In pratica si ritiene (quindi non è certo) che la presenza di tane - anzi, sarebbe meglio dire cavità - sia stata determinante ai fini del collasso. Bene, ammettiamo che fosse andata veramente così. ciò non toglie e non scagiona quanto detto sopra. Chi doveva vigilare sapeva della presenza di cavità e non ha fatto nulla per prevenire questo disastro. Questa purtroppo è l'amara conclusione e il rapporto dimostra che l'unica colpa l'ha l'uomo. Ora mi auguro che le autorità possano indagare e far pagare i diretti responsabili.
E non siamo solo noi a dirlo, qui infatti un politico ammette:
Esondazione Secchia, quali responsabilità. Il Consigliere Filippi presenta interrogazione in Regione
“Quali le cause del cedimento dell’argine del fiume Secchia? Quali responsabilità e se collegate alla scarsa manutenzione del fiume? Questo sono le domande cui pretendiamo, dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, risposte. Lo stesso Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, ha rilevato che l’argine del Secchia ha ceduto di fronte ad una piena «significativa ma non eccezionale», la cassa di espansione nel punto in cui l’argine ha ceduto avrebbe dovuto avere una capacità di contenimento di acqua in altezza, dai primi rilevamenti dei tecnici, di ulteriori due metri. Evidentemente, qualcosa non ha funzionato. Gli incaricati della manutenzione del fiume non hanno operato in modo adeguato. La situazione è ancora di estrema allerta, diversi sono i comuni evacuati. I danni sono ingenti sia in ambito civile sia in ambito commerciale e industriale, si parla anche di una persona dispersa.” A dichiararlo è il Consigliere regionale di Forza Italia Fabio Filippi, il quale in mattinata ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionali chiedo chiarimenti sull’accaduto.
http://www.carpi2000.it/2014/01/20/esondazione-secchia-quali-responsabilita-il-consigliere-filippi-presenta-interrogazione-in-regione/