La censura delle opere d'arte dei Musei Capitolini, coperte dai pannelli di legno per non creare imbarazzo al presidente iraniano Hassan Rouhani, è diventata una barzelletta che ha fatto ridere tutto il mondo. Ennesima dimostrazione di un'Italia che, per un male inteso rispetto degli altri, è sempre più propensa a rinnegate le proprie tradizioni, la propria cultura e la propria arte. Anche la Sardegna non è nuova a censure e coperture imbarazzate delle nudità del suo patrimonio storico e archeologico. Ad esempio il famoso Suonatore nudo e itifallico, bronzetto rinvenuto ad Ittiri all'inizio del Novecento, è stato clamorosamente censurato nel periodo fascista.
La censura, molto precedente all'episodio di Rouhani, risale esattamente al 1937, quando si tennero a Cagliari le "Celebrazioni della Sardegna": in quell'occasione il grande fallo che caratterizzava il bronzetto itifallico fu cancellato con il bianchetto nella fotografia riportata nel libro Diorama della musica in Sardegna, stampato a Cagliari dalla Società editoriale italiana. A quanto pare il regime fascista si è sentito scandalizzato da un bronzetto nuragico e lo ha censurato senza pietà.
Il bronzetto sardo censurato
" Noi sardi non ci siamo mai scandalizzati davanti alle nudità più o meno d'arte, pagane o cristiane che fossero - spiega lo scrittore cagliaritano Adriano Vargiu che ha segnalato il caso del bronzetto censurato -. Per esempio il culto fallico a scopo magico lo troviamo documentato persino in chiese medievali e nessun monaco o prete si è mai sognato di coprire o cancellare i vistosi membri maschili ".
" Al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari - aperto per fortuna anche ai bambini - si può vedere un bel rilievo raffigurante donne che danzano attorno a un fallo, risalente al IV-III sec. a.C. E si può vedere il bellissimo bronzetto nuragico del Suonatore nudo e itifallico, rinvenuto a Ittiri, che è la più antica rappresentazione di un suonatore di launeddas, strumento musicale aerofono, ad ancia, composto di tre canne, esistente solo in Sardegna ".
" Il bronzetto - spiega il prof Vargiu - fin dal suo ritrovamento ha sempre suscitato scandalo per il grosso membro eretto. Addirittura è stato persino censurato! Nel 1937 si tennero a Cagliari le "Celebrazioni della Sardegna", un "programma che doveva soprattutto illustrare i valori e le virtù spirituali della gente sarda nella sua espressione totalitaria e non individualista", a cura della "Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti ".
In quella occasione, racconta il prof Vargiu, fu pubblicato il libro Diorama della musica in Sardegna, stampato a Cagliari dalla Società Editoriale Italiana, con saggi, articoli, interventi di musicologi, storici, letterati, il fior fiore del tempo. " E non poteva mancare nel libro il bronzetto del Suonatore di launeddas... ahimè! censurato, senza il membro! Il fascismo delle case chiuse, del maschilismo, delle donne fattrici (sic) di figli, del volgare "me ne frego", censurava la storia, l'arte ".
Ecco il bronzetto censurato, segnalatoci da Adriano Vargiu.
Un gustoso aneddoto relativo allo stesso bronzetto itifallico che ritrae il Suonatore di launeddas è riportato dal blog Zeroconsensus che ha ripubblicato un articolo dell'archeologo sassarese Marcello Madau uscito qualche anno fa sulla Nuova Sardegna. " Si racconta - scriveva Madau - che il bronzetto fu nascosto in casa da una pia donnina e rivestito con un apposito slip prima dell'arrivo del parroco, opportunamente avvertito: "Caminade a bennere proitte appo agattadu unu santuzzu maleducadu" (Venite in fretta, ché ho trovato un santino maleducato). Non è da escludere che il piccolo slip creasse un effetto ancora più scandaloso ".
Alessandro Zorco è nato a Cagliari nel 1966. E' sposato e ha un figlio. Laureato in Giurisprudenza è giornalista professionista dal 2006. Ha lavorato con L'Unione Sarda e con Il Sardegna (Epolis) occupandosi prevalentemente di politica ed economia. E' stato responsabile dell'ufficio stampa dell'Italia dei Valori Sardegna e attualmente è addetto stampa regionale della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Dall'aprile 2013 è vicepresidente regionale dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dal 2014 è nel direttivo del GUS Sardegna.