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Strade che rincorrono l'orizzonte, fischi di treni, cappelli da cowboy, texan beans. Il Texas ci accoglie nella sua veste più tipica è conosciuta. Lo attraversiamo a nord, con uno scopo principale: indirizzare la rotta del minivan verso i grandi parchi americani e incrociare il Cadillac Ranch, un altro luogo simbolo della Route66.
Raggiungiamo la località di Amarillo dopo gli strascichi di un temporale e ci dirigiamo verso l'area dove sono situate queste insolite vetture (Interstate 40, uscite tra 60 e 62a). Fango e pozzanghere sono pronte a darci il benvenuto. Lontane, come in un miraggio, le macchine con il cofano all'insù. Non ci scoraggiamo: giocando agli equilibristi, sfidiamo il fango camminando su delle traballanti travi di legno e arriviamo al cospetto del Cadillac Ranch.
Il Cadillac Ranch è un'installazione monumentale progettata nel 1974 da Chip Lord, Doug Michelsdal e Hudson Marquez. Dieci Cadillac rottamate sulle quali è possibile lasciare un segno del proprio passaggio scrivendo nomi o altro con una bomboletta spray. Considerate comunque questo gesto come un qualcosa di effimero: presto altri visitatori dipingeranno altre idee, graffiti o pensieri sulle vostre scritte. Di fronte a quelle ammaccate vetture riempite di graffiti, abbiamo abbandonato l'indole da viaggiatori e ci siamo comportati come i più buffi tra i turisti, saltando da una Cadillac all'altra, contenti di aver raggiunto questo luogo insolito e remoto nel grande Continente a stelle e strisce.
Un luogo che, come molte attrazioni insolite in America, diventa un cult, un simbolo da interpretare. L'America stessa, a mio parere, è una nazione che lascia al turista una libera interpretazione. Un Paese dalle mille contraddizioni che, in posti come il Texas raggiungono il loro culmine. Un prete che passeggia di fronte a un negozio di pistole, Cadillac conficcate in un terreno deserto, daini e cervi in una natura rigogliosa. Un paese dall'indole repubblicana e guerrafondaia, dove si trovano tuttavia delle chiese con croci in acciaio alte quanto un palazzo di quattro piani.
Un luogo dove la Mother Road conduce. Qua abbiamo visto il primo tramonto "a 180 gradi", uno spettacolo di colori e nuvole senza tetti, alberi, case, antenne a ostacolare la vista. Da qui siamo ripartiti verso i grandi parchi dell'Ovest e verso gli altri tratti storici della Route 66. Seligman, Kingman, Hackberry, il villaggio di Oatman con i suoi asini. Tratti unici e imperdibili, se vi va leggeteli.
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