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Rovesciamento dell'asse della sfera sociale (Prima parte)

Creato il 12 ottobre 2010 da Bruno Corino @CorinoBruno

Rovesciamento dell'asse della sfera sociale (Prima parte)
Negli ultimi vent’anni assistiamo a un processo di cui non è facile avere consapevolezza, forse perché lo viviamo dall’interno, quando, invece, per percepirlo occorre una grande capacità di astrazione. Di cosa sto parlando? Di una mutazione morfologica in atto riguardante il “principio di strutturazione formale” che ordina la realtà sociale. Mutazione che sta provocando nel mondo contemporaneo una vera e propria rivoluzione epocale. Si tratta di un processo di lunga durata, che ha tempi “astronomici” come quelli che si verificano con la Precessione degli equinozi, vale a dire quel movimento della terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l’orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle cosiddette “stelle fisse”. Anche l’asse su cui è ruotato la sfera sociale negli ultimi tempi sta modificando sensibilmente il suo orientamento. Per adesso, ciò che posso affermare è che questo spostamento (quasi impercettibile) dell’asse della sfera sociale sta provocando un senso generale di smarrimento, che si traduce in una visione “caotica” e incomprensibile di quanto accade sia nella sfera generale dei rapporti umani che nella particolare sfera dei rapporti quotidiani.

Partiamo dal principio che la “realtà” sia una costruzione sociale. Se la realtà è una costruzione sociale, possiamo allora presupporre che esista un “principio di strutturazione” che la ordini e la disponga in un determinato modo. Questo principio è l’asse che orienta la sfera sociale. Individuare la natura di questo asse non è cosa facile. Non si tratta, per esempio, di un dispositivo di ordine cognitivo o mentale, del quale, anzi, ne è l’effetto. Da un lato, potrei dire che si tratti di un dispositivo “sociale”, ma, dall’altro, mi rendo conto che così dicendo rischio di banalizzare un concetto di estrema complessità, o di cadere in una forma di ragionamento di tipo tautologico.

Per adesso mettiamo da parte l’indagine sulla sua origine e sulle cause che hanno determinato tale spostamento dell’asse della sfera sociale, e focalizziamo piuttosto l’attenzione sul modo in cui tale asse si struttura. Ogni ordine sociale può essere disposto in due modi: o su un asse verticale, disposto in senso gerarchico; o su un asse orizzontale, disposto in senso non gerarchico. Definiamo tale senso ordinante quale principio di strutturazione: nel primo caso, la realtà sociale si struttura in modo stratificato e gerarchico. Ogni categoria sociale viene ordinata sulla base di determinati criteri valoriali, del tipo: “superiore”/“inferiore”, alto/basso, maggiore/minore; criteri che corrispondono ai particolare codici culturali. Nel secondo caso, l’asse orizzontale, la realtà viene strutturata in modo segmentato e non gerarchico. Il modo in cui la realtà sociale si dispone sull’asse orizzontale non corrisponde più a criteri valoriali; l’asse orizzontale, infatti, si caratterizza proprio per l’assenza di ogni criterio valoriale. In questa dimensione (non gerarchica) ai segmenti non si possono assegnare criteri valoriali, in quanto sono disposti tutti sullo stesso piano. L’unico criterio selettivo su cui questo asse può fondare le sue priorità o la sua importanza è d’ordine temporale: ossia, ogni segmento precede (temporalmente) quello susseguente e allo stesso tempo segue quello precedente.

L’asse verticale comprende dunque un alto/basso (superiore/inferiore); l’altro, invece, comprende soltanto un primo/dopo. Diciamo che la prima dimensione si distribuisce in senso “spaziale”; mentre la seconda si distribuisce in senso temporale. La prima dimensione usa o ricorre a “metafore” spaziali per autodescriversi; l’altra, invece, utilizza “metafore” temporali. L’utilizzo della diversa distribuzione della metafora rappresenta ciò che all’inizio ho definito come “principio di strutturazione” ordinante l’asse della sfera sociale. Quindi, secondo tale principio, tutto ciò che fa parte della realtà può essere disposto in modo “verticale” (spaziale) od orizzontale (temporale). Pertanto, anche la scala valoriale, in base alla quale s’assegna una maggiore o minore priorità, una maggiore o minore importanza, viene “decisa” dall’orientamento di questo asse. I due assi sono sempre stati attivi in qualsiasi cultura, tuttavia, sino a qualche decennio fa, l’asse verticale/spaziale era nettamente prevalente rispetto all’altro. se prendiamo in esame le società del passato più remoto possiamo verificare come questa prevalenza dell’asse verticale fosse del tutto evidente e nient’affatto discutibile. In particolare, in tutte le società patriarcali la sfera dei rapporti umani e non umani sono regolati da una dimensione verticale e gerarchica. Negli ultimi tempi, invece, il rapporto tra questi due assi si sta “completamente” rovesciando: tale rovesciamento sta provocando una rivoluzione epocale di cui al momento non abbiamo un minimo di coscienza.


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