Magazine Diario personale

Royal Navy

Creato il 23 febbraio 2014 da Povna @povna

Domani mattina le Giovani Marmotte partiranno per la loro prima gita di più giorni. Anche se sono in prima, anche se sono tanti. Anche se hanno rischiato, sul filo, di non andarci, perché ne avevano combinata una grossa, e – prima di riconcedere loro l’atteso salvacondotto – la ‘povna ha dovuto (come ha già raccontato) farli piangere. Ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. E così domani si recheranno, gioiosi e sorridenti, tutti in montagna; sotto la guida del professor Pluto. Per la prima volta da quanto insegna, infatti, la ‘povna ha rinunciato ad accompagnare una sua classe in un viaggio che preveda di star fuori anche di notte. Per una serie di ottimi motivi che si chiamano (soprattutto): “voglia di stare in classe”. E anche perché cambiare un po’ le carte in tavola le sembra ogni tanto assai opportuno.
Sabato dunque – l’ultima volta che ha avuto occasione di vederli insieme prima della partenza – di fronte ai loro occhi tondi e sorridenti, si è profusa in auguri di buon viaggio, ha sorriso a sua volta, e si è raccomandata loro di appuntarsi racconti e sensazioni, per portargliele al ritorno. E poi, per non smentirsi mai (perché prof. di Lettere è per sempre), ha regalato loro, come talismano, un estratto di racconto. Che serve per la gita, certo; ma comincia a colonizzare il loro immaginario in una direzione netta. E, poiché la ‘povna ritiene che quella storia sia bella, istruttiva, e porti l’attenzione su un’autrice troppo spesso relegata sotto l’etichetta “giovanile” (come fosse sminuente) senza tanti altri giri di parole, la riporta qui.
C’è un giovane capitano, Emil, che sta per partire per il suo primo viaggio come ufficiale, al di là dell’Atlantico. E c’è una zia (che all’anagrafe letteraria fa Jo March – sì, proprio quella) che prende congedo, alternando amore e raccomandazioni con intelligenza e spirito. Le sue ultime parole, una per una, fanno così:

Mio caro, voglio dirti ancora una cosa, poi ho finito: infatti non ti occorrono altri avvertimenti dopo le parole di mio marito. Ho letto, da qualche parte, che in ogni centimetro di fune usata dalla Marina britannica è intrecciato un filo rosso in modo che la si possa riconoscere ovunque se ne trovi un pezzettino. Questo è il succo della breve predica che ti farò: la virtù, che significa onore, onestà, coraggio e tutto ciò che forma un carattere, sono quel filo rosso che distingue un uomo buono ovunque si trovi. Custodisci queste doti sempre e dovunque, così che se per sfortuna dovessi naufragare nel mare della vita, quel segno potrà sempre esser ritrovato e riconosciuto. La tua è una vita dura e i tuoi compagni non come noi desidereremmo, ma tu puoi comunque essere un gentiluomo nel vero senso della parola. Non importa quello che può accadere al tuo corpo, conserva l’anima limpida, il cuore sincero verso coloro che ti amano e fa’ il tuo dovere sino alla fine. (Louisa May Alcott, I ragazzi di Jo)


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