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Ruben Fleischer: Benvenuti a Zombieland

Creato il 12 dicembre 2010 da Scenamadre
Ruben Fleischer: Benvenuti a ZombielandA volte saltano fuori registi che hanno fatto poco o niente e ti sbattono in faccia una megaproduzione (o magari non proprio mega, ma che si vede che c'hanno i soldi), che non è sempre una garanzia di qualità. Certo, neanche che il regista sia esperto è garanzia di qualità, anzi, spesso significa che se ha sempre fatto cagare, continuerà a farlo.
Qui siamo a metà strada. Il regista Ruben Fleischer viene già dal mondo del cinema, ma questo è il suo primo titolo per il grande schermo. Mentre gli scrittori Rhett Reese e Paul Wernick, hanno già alle spalle diverse produzioni, principalmente commedie e animazioni. Dall'incrocio di queste esperienze nasce Zombieland, un titolo simpatico ma che lascia ampio spazio alle riflessioni classiche di tutti i film di zombi, come l'allontanamento dai propri cari, la lotte per la sopravvivenza, il sacrificio di chi ormai non ha più nulla da perdere.
Questa volta il protagonista è un giovane nerd, inadatto alla vita sociale, dalla quale è sempre fuggito e spaventato dal mondo esterno. Quale occasione migliore allora per uscire? Direzione: Columbus, città in cui spera di ritrovare i suoi genitori e nome che gli viene assegnato da Tallahassee, il suo primo compagno di viaggio in questa pericolosa avventura. Ed è proprio lui a coniare la regola: niente nomi. Meno si è attaccati, più è facile andare avanti, soprattutto in caso di problemi. Proprio sulle regole - nodo centrale del film - si basa la sopravvivenza di Columbus, che ne ha coniate diverse per non farsi sopraffare dal mondo, ormai così pericoloso.
Questa è quindi la storia di un viaggio, nel quale a Columbus e Tallahassee si aggiungono le due giovani sorelle Wichita e Little Rock, queste ultime dirette al Pacific Playland, un parco dei divertimenti nella zona di Los Angeles, a loro detta privo di non morti. Il gruppo deciderà di dirigersi verso ovest, con la speranza di trovare un luogo sicuro dove stabilirsi, ma forse le due ragazze non hanno ragione...

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