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Ruben, il Prefetto non riceve le associazioni lgbt campane

Da Uiallalla

una foto del sit-inSi sono riuniti pacificamente a piazza del Plebiscito, sotto il palazzo della Prefettura per chiedere di essere ricevuti dal Prefetto Gerarda Pantalone: rappresentanti della associazioni lgbt campane e militanti ma anche comuni cittadini, tra cui molte mamme con bambini, muniti semplicemente di bandiere arcobaleno e ombrelli colorati.

Motivazione di questa mobilitazione, la richiesta del Prefetto al Sindaco di Napoli di modificare o ritirare - pena un decreto prefettizio - la trascrizione dell’atto di nascita del piccolo Ruben, figlio di due mamme italiane sposate in Spagna, che contiene errori formali.

Incontro che non è avvenuto: un laconico “non è possibile” è stata la risposta data alla delegazione di rappresentanti lgbt. Un gesto che Antonello Sannino, il presidente di Arcigay Napoli, considera grave e scortese.

“Potevano - spiega Sannino - anche in assenza del Prefetto essere ricevuti nel palazzo (che come ogni istituzione è la casa di tutt*) e non lasciati fuori la porta. Eravamo lì con le mamme, i bimbi e le bimbe ragazze e ragazzi solo per chiedere di essere ricevuti e per ricordare al Prefetto, al Governo e ai politici che difronte ai diritti di un bambino e all’amore dei suoi genitori non esiste atto formale che regga”

Le associazioni lgbt campane chiedono ancora una volta al Prefetto di essere ricevuti e al Parlamento di licenziare subito una legge sulle Unioni Civili. E, inoltre, chiedono ai Sindaci come de Magistris di continuare nella loro “disobbedienza civile” nel registrare ogni atto che sia un atto d’amore.

“Come si fa - si chiede, infatti, Sannino - ad aver paura dell’amore? Come si fa ad aver paura di diritti che nulla tolgono agli altri? Come può un atto ‘dovuto’ e ‘formale’ fermare la felicità delle persone?”

fonte/foto: arcigaynapoli.org


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