Rubrìca
Voce dotta, dal latino rubrīca(m) ‘(argilla) rossa’, propriamente femminile sostantivato di rubrīcus, derivato di rŭber ‘rosso’.
Sostantivo femminile.
1. Quaderno con pagine contrassegnate dalle lettere dell’alfabeto e con margini a scaletta n modo da facilitarne la consultazione, sul quale si scrivono indirizzi, appunti ecc.: rubrica telefonica.
(estensione, ragioneria) Elenco alfabetico o numerico dei conti si un libro mastro o di un partitario.
Spazio su un supporto elettronico destinato a un uso analogo: la rubrica del cellulare.
2. (diritto) Titolo di un articolo di codice.
3. (ragioneria) Ciascuno dei titoli in cui sono distinte le entrate e le uscite di un bilancio di previsione.
4. Sezione di un giornale o di una trasmissione radiotelevisiva riservata a un particolare argomento: rubrica settimanale; una rubrica letteraria, finanziaria.
5. (religione) Nei messali, nota scritta per lo più con inchiostro rosso, con l’indicazione delle regole da osservare nella celebrazione delle funzioni liturgiche.
È di rubrica: è di regola.
6. Titolo, intestazione, lettera iniziale, sommario o prospetto in un libro, in un manoscritto o in un codice, specialmente se scritto con inchiostro rosso, così detto perché anticamente era scritto con argilla rossa: le rubriche di un codice del Quattrocento.
7. Tipo di argilla rosso ocra usata un tempo per scrivere titoli, intestazioni, lettere iniziali e simili in un libro o in un incunabolo.
Una (parola) giapponese a Roma
Caliche [ka'liSe]
Voce spagnola, derivato di cal ‘calce’.
Sostantivo maschile invariabile.
(geologia) Crosta superficiale calcarea formata per evaporazione delle soluzioni del terreno per il clima arido.
Ci scrive Luciano Guareschi.
— Siamo certi che “io apostròfo” sia esatto? Non dovrebbe essere “io apòstrofo”? —
Errore della Parolata! La redazione ha scritto male l’apostrofo nel numero di mercoledì scorso, e Luciano ha perfettamente ragione. Chiediamo perdono.
Si dice rubrìca, e non rùbrica.