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Rubrica - "Libreria d'Annata" - "Cuori strappati" di M.R. James

Creato il 04 giugno 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH

"Cuori strappati" di M.R. James è l'antologia trattata oggi da Nicola Lombardi nella rubrica La Libreria d'Annata che l'autore cura in esclusiva per Letteratura Horror.
Negli anni Sessanta del secolo scorso (detta così pare si stia parlando di archeo-editoria!) Valentino Bompiani ha messo sul mercato diversi titoli davvero ‘neri’, raccolti nella mitica collana Il Pesanervi – I capolavori della letteratura fantastica. Immortali classici, del gotico e non solo: dal Vathek di Beckford al Golem di Meyrink, dal Melmoth di Maturin ai Racconti Neri di Bierce, passando per il formidabile L’invenzione di Morel di Bioy Casares


L’antologia Cuori strappati di M.R. James, uscita nel 1967, rappresenta per la collana un fiore all’occhiello, per due ragioni. In primis, perché James è uno fra i più apprezzati maestri della ghost story anglosassone; e poi, perché questa edizione Bompiani si avvale della prefazione di un vero gigante della letteratura italiana, Dino Buzzati (che ha realizzato anche l’illustrazione di copertina).
I racconti di M.R. James sono stati più volte tradotti, riproposti, raccolti in un tomo unico o suddivisi in più volumi, proprio perché sono classici che nonostante il trascorrere degli anni (l’autore è vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento) non hanno mai perso il loro smalto, la loro sinistra efficacia, qualità che li rende ancora oggi una gradevolissima lettura. Anzi, dirò di più: le storie di James mettono davvero paura. In questa raccolta di sedici racconti troviamo gioielli quali Il frassino, Una vista dalla collina, Storia di una scomparsa e ricomparsa (in cui si incontra un inedito, raggelante Pulcinella!), La camera numero 13, Topi, Avviso ai curiosi… tutte storie spettrali, spettralissime, ambientate in antiche cattedrali, o nelle brumose campagne d’Inghilterra, in casolari abbandonati, soffitte polverose, cimiteri, sotterranei; il mondo di M.R.James è fatto di ombre e penombre, antiche maledizioni, fantasmi inquieti, anime dannate, e nonostante il suo immaginario e il suo stile pacato ma implacabile abbiano stimolato generazioni di “allievi”, raramente i suoi emuli hanno toccato vette così vertiginose.
Di lui scrive Buzzati: “Non è il mistero fosco e fumigante di Londra. È il mistero, più sottile e penetrante, delle contrade solitarie, dei vescovadi anglicani, dei colleges carichi di tradizioni e di polvere, di quel mondo incantevole che è una delle più care creazioni del popolo britannico. Paragonabile a M.R. James è il pittore Arthur Rackham, suo coetaneo, meraviglioso illustratore di case, montagne e boschi stregati, anche lui autentico poeta di tutto ciò che non esiste, che fa paura eppure noi vorremmo esistesse.” E ancora: “Il mondo naturale è troppo fragile per un fantasma: anche quando gli si avvicina armato delle migliori intenzioni, uno spettro non può che mandarlo in pezzi.”
Parole, queste, che riassumono alla perfezione l’estetica di James, e che testimoniano la grandezza di un autore che con ieratica tranquillità ha saputo strappare (oltre ai cuori!) i tendaggi dietro cui strisciano e ribollono i nostri più ancestrali, irrinunciabili terrori.

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