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- Pubblicato Thursday, 02 July 2015 16:00
“I mostri in soffitta” a cura di Gianni Montanari (La Tribuna, 1988) è la nuova antologia horror analizzata dallo scrittore Nicola Lombardi per la rubrica “Libreria d'annata”
Non è certo una novità che collane per costituzione dedicate alla fantascienza ospitino di quando in quando titoli decisamente horror oriented. Urania ne è un esempio lampante, e anche un'altra collana storica come Galassia, colonna della casa editrice piacentina La Tribuna, non ha fatto eccezione. Risale al 1976 questo interessante I Mostri in Soffitta, costituito da una selezione di sette racconti tratti dalle antologie inglesi Beyond the Curtain of Dark e Supernatural.
Apre la piccola raccolta un maestro della ghost story americana, Henry James, che con La pigione dello spettro ci accompagna a conoscere i personaggi fantomatici e grotteschi che popolano il suo mondo letterario, tratteggiato come di consueto in punta di penna.
Segue Mary Shelley, nientemeno, qui presente con un racconto (Il mortale immortale) imperniato sul travaglio esistenziale del protagonista/narratore, che non trova la pace dell'eterno riposo per aver bevuto la pozione di un alchimista.
Un altro nome che ha fissa dimora nel gotha dell'orrore è poi l'irlandese Joseph Sheridan Le Fanu; il suo Le fortune di sir Robert Ardagh è un classico gotico calato in atmosfere sulfuree, basato su una maledizione e sul prezzo che non ci si può esimere dal pagare, quando la propria anima è stata intaccata.
Si ritorna quindi in America con L'esperimento del dottor Heidegger, di Nathaniel Hawthorne, in cui un singolare quartetto si illude di poter recuperare magicamente la giovinezza perduta senza prendere in considerazione l'eventualità che il loro successo possa essere transitorio.
Dopodiché, è Rudyard Kipling a intrattenerci con La strana cavalcata di Morrowbie Jukes, una storia davvero lugubre ambientata - indovinate un po’ - in India (ma in un villaggio di morti viventi, che non è proprio quello di Mowgli!).
Troviamo poi La maschera, di Robert W.Chambers, una delicata e sinistra parabola sull'amore e sull'eterna bellezza, tratta dal ben noto ciclo de Il Re Giallo. A chiudere la breve parata pensa Francis Marion Crawford con Perché il sangue è la vita, un racconto vampiresco ambientato addirittura in Calabria, in ossequio a quell'immagine di terra oscura funestata da complotti, delitti e misteri che l'Italia ha nel passato offerto a tanti autori gotici, da Walpole alla Radcliffe (ma è per caso cambiato qualcosa, nel frattempo?).
La ‘soffitta’ del titolo è una chiara allusione all’aura di sano antiquariato letterario che si respira fra queste pagine; e un’ulteriore annotazione in merito ci viene fornita da Gianni Montanari, curatore di questa edizione italiana, che così scrive nell'introduzione: “In un prossimo futuro, il nostro obiettivo si sposterà su tempi più moderni e su autori ben più specializzati nel campo dell'orrore e della fantascienza, ma in tutta sincerità non mi pare il caso di disprezzare i loro bisnonni. Possono sempre insegnare qualcosa, e se trascurati possono rivelarsi fastidiosi: sono magari capaci di nascondersi in soffitta.” Ebbene, il “prossimo futuro” cui Montanari fa riferimento si concretizzerà quattro numeri dopo, sempre su Galassia, con Oltre le tenebre, nuova selezione di racconti estrapolati dalle stesse antologie.