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- Pubblicato Friday, 10 April 2015 10:00
- Scritto da Nicola Lombardi
“La furia di Cthulhu” a cura di Luigi Cozzi (Fanucci Editore, 1987) è il nuovo libro analizzato dallo scrittore Nicola Lombardi per la rubrica “Libreria d'annata”
Correvano gli anni Ottanta del secolo scorso, e la casa editrice romana Fanucci ci deliziava con la collana I miti di Cthulhu (durata la bellezza di 42 numeri!). Il sottotitolo era chiarissimo: Precursori, contemporanei e successori di H.P.Lovecraft.
Cosa si può volere di più? Fra romanzi, raccolte personali e antologie di autori vari, questa collana ha proposto opere fantastiche di elevatissima qualità, e fra i tanti titoli abbiamo scelto di sfogliare insieme il n°13, La furia di Cthulhu, curata nel 1987 da Luigi Cozzi (regista, saggista e narratore il cui cuore appartiene senz'altro alla fantascienza, ma che non di rado ha messo la propria competenza e la propria passione al servizio della letteratura più macabra e nera).
La furia di Cthulhu raccoglie dodici chicche di autori-culto che rendono questa compilation una vera e propria leccornia per i lettori. Si parte in quarta con un mostro sacro della letteratura fantastica, Fritz Leiber, che con Il sogno di Albert Moreland spalanca dimensioni d'incubo impossibili da dimenticare. Una tremenda creatura mitologica prende vita nel racconto L'idra, di Henry Kuttner, mentre poi spetta ad August Derleth farci incontrare La cosa che camminava nel vento. La parola passa ad altri guru dell'orrore del calibro di Ambrose Bierce (Un abitante di Carcosa) e Arthur Machen (L'uomo da nessun luogo), prima che l'immaginifico Jean Ray ci racconti cosa accade quando si anima, letteralmente, Il cimitero di Marlyweck.
Imprescindibile, ecco a seguire Ray Bradbury con un lungo titolo che è tutto un programma: Ragazzi! Coltivate funghi giganti nella vostra cantina! Viene poi ripescata la primissima storia pubblicata da Edmund Hamilton su Weird Tales, Il mostruoso dio di Mamurth, mentre uno dei maestri di Lovecraft, l'irlandese Lord Dunsany, ci propone una garbata quanto conturbante storia di cannibalismo (Le due bottiglie di salsa). Gary Myers, un 'seguace' lovecraftiano, ci invita a Il banchetto nella casa del verme, un vero delirio weird, cedendo poi il campo a Medusa e alle sue odierne gesta perpetrate su L'isola della paura, di William Sambrot. Chiude la carrellata un italiano, Mariano Rampini, il cui sinistro racconto L'abitatore del buio ricorda da vicino, soprattutto nel finale, il film Darkness di Jaume Balaguerò (2002).
Il volume è corredato da un paio di interventi saggistici di Giorgio Giorgi: L'interpretazione formale del racconto fantastico e Un catalogo di temi borgesiani.
Ricordiamo che l'anno seguente, per la stessa collana, Cozzi curò un ideale seguito di questa antologia, Il furore di Cthulhu. Insomma, tra 'furia' e 'furore', pare proprio che Cthulhu abbia un temperamento poco accomodante...