Connections – the real italian Grindhouse è composto da due episodi, Hobo di Daniele Misischia e Kokeshi di Paolo Del Fiol.
Ecco in breve la trama di entrambi.
Hobo. Roma: un barbone albanese mentre chiede l'elemosina viene avvicinato da due loschi individui. Questi gli propongono un lavoretto ben retribuito, gli porgono un biglietto con un numero di telefono e se ne vanno rovesciando il contenitore degli spiccioli. Il senzatetto è tentato, vorrebbe tornare a casa per riabbracciare la donna della sua vita, ma sospetta qualcosa di losco. Nei giorni successivi gli eventi si mettono male per l’albanese. Uccide un uomo per legittima difesa. Così è costretto ad accettare e si trova coinvolto in incontri di lotta clandestini fra barboni, organizzati dalle gang della criminalità romana.
Kokeshi. Una donna, cresciuta senza mai provare piacere e dolore fisico tortura e uccide giovani ragazze in un sotterraneo, con l’intenzione di far proprio il dolore delle vittime. In tutto questo l’aiuta il suo amico d'infanzia, un uomo disturbato e malato che la venera come una Dea. L'omicidio della ragazza sbagliata, una giovane giapponese, che lancia loro una maledizione, cambierà tutto e i due torturatori verranno scaraventati nella paura.Connections è cinema vero. Di quello fatto con passione e con qualità in quanto i due registi, Daniele Misischia e Paolo Del Fiol, hanno poco da imparare e tanto da dare al cinema italiano di genere. Purtroppo, anche se il genere ha pubblico da vendere, sembra non smuovere produttori e case di distribuzione, che spesso sono il vero male del cinema popolare, credendo in progetti esteri di assoluta bruttezza e snobbando ottimi lavori italiani. I due registi vantano un curriculum di tutto rispetto e gavetta ne hanno fatta tanta.
The real italian Grindhouse recitano i titoli. Il progetto è il medesimo della pellicola di Tarantino e Rodriguez che è quello di realizzare due film in uno e omaggiare i tanto amati B-movie. Connections è composto da due episodi che in comune hanno l’estremizzazione della violenza, il puro intrattenimento e lo spettacolo, lanciando nel contempo messaggi più sottili e importanti come quello della diversità e di problemi sociali della società contemporanea.
Hobo è il titolo del primo episodio. Il regista, Daniele Misischia è autore del crudele noir Il giorno dell’odio, dell’horror Inside e di svariati fan movie tratti dai video game.
Il film è un crudo noir metropolitano, con picchi di violenza altissimi, veloce e frenetico. Misischia ci mostra i sobborghi della malavita romana dove gang criminali organizzano lotte fra i barboni, gli hobo, appunto. Il sangue scorre copioso fra scontri corpo a corpo, occhi cavati dalle orbite e uccisioni all’arma bianca. Il film è ricco di scene d’azione girate magistralmente con la camera a mano e montate in maniera frenetica.
Gli attori ci regalano ottime performance, si calano bene nelle parti recitando in maniera alquanto professionale. Ottimi i dialoghi, spesso punto debole di film indipendenti.
Bella e incalzante la storia. Di film così, italiani, se ne vedono pochi. Ma i registi a quanto pare ci sono. Misischia è uno di questi. Lo sa fare e lo dimostra. Goduria immensa.
Kokeshi è il titolo del secondo episodio che porta la firma di Paolo Del Fiol. Il film coniuga fra di loro diversi sottogeneri dell’horror come le ghost story giapponesi, il tortur porn, lo splatter e il gore. Del Fiol ci trasporta nei sotterranei umidi e sporchi di un imprecisato stabile, luogo di sevizie e torture da parte della Dark Lady e del suo fedele amico/servo mascherato. Nella prima parte mentre i due torturano la ragazza di turno, il regista è abile a presentare i due protagonisti con riusciti e brevi flasback. Erotismo e sadismo si fondono sfociando in litri e litri di sangue. Paolo Del Fiol non ci da il tempo di elaborare le immagini che cambia marcia da vero esperto del genere. La situazione muta improvvisamente e i protagonisti da fautori di torture fisiche diventano vittime di dolori psicologici. I fantasmi delle vittime, capeggiate da una delle ragazze uccise, perseguiteranno i due torturatori portandoli alla morte e facendo conoscere per la prima volta il dolore alla donna aguzzina.
Gli effetti speciali sono notevoli e ben fatti, una vera goduria per gli amanti dello splatter. Sangue a volontà, un coltello e un piccone nella vagina, l’auto-sbudellamento dell’Uomo della croce e le mani e la faccia della ragazza giapponese che escono dal suo ventre.
Ottima anche la prova degli attori che contribuiscono a trasmettere i giusti stimoli agli spettatori.
Kokeshi è un concentrato di emozioni. È notevole e raffinato. Erotismo, sangue, torture, fantasmi giapponesi, (che a me fanno sempre paura!), angoscia, malinconia, paura, ribrezzo… troppo? No! Kokeshi è tutto questo. Un cocktail abilmente scekerato dal regista con le giusti dosi di ogni ingrediente. Quando lo mandi giù puoi solo chiudere gli occhi e sospirare di piacere. Per provare le stesse emozioni devi solo riguardarlo. La seconda volta è migliore. Garantito.
Paolo Del Fiol è autore di diversi corti fra i quali La Cagna e ha vinto con Holdouts il primo premio della categoria short – movie come miglior cortometraggio alla terza edizione del FI PI LI Horror festival 2014 di Livorno.
Per quanto mi riguarda Connections è una delle cose più interessanti che ho visto negli ultimi anni. Se penso poi che l’opera è tutta italiana, che le distribuzioni vere latitano e i produttori non esistono più, possiamo gridare al miracolo.
Per chi volesse vedere Connections – the real italian Grindhouse il film verrà proiettato il giorno 28 giugno al festival horror La Serra Trema presso La Serra di San Miniato (Pisa).
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