Perché dovremmo pensare ad altro
Figuriamoci se, personalmente, socialmente e politicamente una situazione di tale degrado possa non disgustare un osservatore con un minimo livello di senso critico, civico, morale. Tanto più che in mezzo ci sono delle donne, e che è quanto mai palese il ruolo a cui sono relegate dagli uomini che stanno al governo. Sul piano dell’informazione, e del dibattito politico, tuttavia, le perplessità sono forti.
Diciamoci le cose come stanno: questo paese è allo sfascio. La classe politica è lontana anni luce da un qualsiasi rapporto di rappresentanza con i cittadini. Siamo uno dei paesi più corrotti al mondo. Metà della nostra economia è sommersa, e sotto il controllo delle mafie, che fanno affari con i rappresentanti dello stato. L’informazione è controllata da chi governa, e la televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti i cittadini, a parte qualche rarissima eccezione è divenuta uno strumento di propaganda e indottrinamento delle masse, diseducate a qualunque approccio critico e consapevole, e nutrite ogni giorno con le peggiori nefandezze e mediocrità.
L’economia è in condizioni drammatiche. La disoccupazione dilaga. Le fabbriche chiudono. I soldi per la cassa integrazione stanno per finire. Brunetta annuncia che entro tre anni ci saranno tagli al personale della pubblica amministrazione per un totale di trecentomila posti. L’INPS non pubblica i dati relativi alla situazione contributiva dei precari per evitare la rivolta sociale. Un’intera generazione è privata di un futuro decente, perché la generazione precedente, con il suo malaffare, la sua malagestione, il suo baronaggio e la sua corruzione glielo ha rubato. A Napoli si affoga nei rifiuti. A L’Aquila si sta ancora nelle baracche. L’università è in sfacelo, andrebbe abbattuta e ricostruita con energie nuove e qualità di ricerca e di insegnamento, ma la riforma Gelmini, se approvata, distruggerà definitivamente ogni speranza. Ci fermiamo qui, ma si potrebbe andare avanti per ore.
Non voglio evitare di parlare di Berlusconi, anzi: se questa è la condizione del nostro paese, la responsabilità è sua, di coloro che governano con lui, e di coloro che dovrebbero fare l’opposizione ma da anni non hanno un’idea nemmeno a pagarla oro. Quello che ci si dovrebbe chiedere è: siamo proprio sicuri che la cosa più grave di cui ci si debba occupare sia proprio il bunga bunga? O le cortigiane del premier? Sarebbe bello che si potesse assistere a tale e tanto sdegno, e a tale e tanto impegno, ad esempio tra le file dell’”opposizione”, anche per tutto il resto.