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Ruby Sparks: l'arte prende vita

Creato il 07 dicembre 2012 da Pianosequenza

Ruby Sparks: l'arte prende vita

Ruby Sparks
(Ruby Sparks)
Jonathan Dayton, Valerie Faris, 2012 (USA), 104’
uscita italiana: 6 dicembre 2012
voto su C.C. Ruby Sparks: l'arte prende vita Ruby Sparks (Zoe Kazan, anche autrice della sceneggiatura) è la protagonista del nuovo romanzo dell’ex scrittore prodigio Calvin Weir-Fields (Paul Dano). Arrivata in sogno, avvolta da un’aura di luce abbagliante, sembra aver risolto il temuto “blocco dello scrittore” che lo condizionava da ormai dieci anni. Quando però Ruby compare, in carne ed ossa, nella casa e nella vita del ragazzo, gli sviluppi saranno imprevedibili. Jonathan Dayton e Valerie Faris, compagni di vita e d’arte, nel 2004 avevano già portato una ventata d’aria fresca nel mondo delle commedie indipendenti (Little Miss Sunshine) e con Ruby Sparks proseguono sullo stesso sentiero, con rinnovata convinzione.
Anche in questo caso si tratta di raccontare le disavventure di una famiglia disfunzionale che ha partorito un bizzarro animale sociale: Calvin, infelice scrittore di fama. Al ragazzo è stata negata l’adolescenza a causa dell’inatteso successo ottenuto da un suo romanzo, scritto ai tempi del liceo; l’opera, definita da un pomposo pseudo-intellettuale (Steve Coogan) “classico della letteratura americana”, ha condizionato lo sviluppo emotivo e psicologico di questo giovane uomo, divenuto al tempo stesso insicuro ma anche profondamente egocentrico – un breve scambio di battute con la ex fidanzata Lila (Deborah Ann Woll, la cui comparsa illumina letteralmente lo schermo) è particolarmente rivelatore sulla vera natura di Calvin e contestualizza meglio il suo rapporto con Ruby.
Lo sviluppo della storia, all’apparenza fondata su un educato maschilismo, nasconde sottili risvolti che difficilmente sarebbero stati possibili senza una donna, Zoe Kazan, a concepirli. Il rapporto idilliaco tra Calvin e la sua “creatura” resta infatti tale fintanto che quest’ultima non inizi a comprendere, maturando quell’esperienza di vita che al ragazzo manca, tutte le insopportabili idiosincrasie dell’”amato”; così la perenne luna di miele diventa una prigione che spinge lo scrittore ad arrogarsi il diritto di cambiare la sua Ruby ancora, ancora ed ancora, fino a distruggerne ogni briciolo di illusoria umanità, rendendola tristemente simile ad un giocattolo rotto. Non è un caso che una nuova prospettiva diventi possibile solo quando Calvin, tagliato il cordone ombelicale con la sua “creatura”, si dimostra finalmente pronto a vivere con maturità il futuro.
La magnifica fotografia di Matthew Libatique, fedele collaboratore di Aronofsky e Spike Lee, fa risplendere un film esteticamente appagante, in cui la luce ha un ruolo fondante, anche dal punto di vista narrativo. Ogni scena, che sia ambientata in un parco o nell’enorme villa del protagonista, è avvolta in un’atmosfera onirica, quasi fiabesca, che contribuisce a sostenere l’inevitabile dose di “sospensione dell’incredulità” necessaria per godersi le bizzarre situazioni che vengono presentate. Il merito dei registi è quello di trarre il massimo dalla valida sceneggiatura, dimostrando tra l'altro una grande sensibilità per le scelte musicali, e dall'indovinato casting, nel quale Paul Dano spicca per l’efficacia con cui rende il suo personaggio (già interpretato, per certi versi, ne Il perfetto gentiluomo). Tra gli altri figurano Chris Messina, fratello-complice, e la curiosa coppia Bening-Banderas nel ruolo dei genitori hippy di Calvin. Da scoprire.

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