Contraddizioni, confusioni, omissioni, anche persecuzioni… C’è di tutto dietro al mito Valentino… Un grande amatore spaventato dalle donne, sex simbol e ragazzino gracile dalle orecchie a sventola ….Ed era stato così fin dall’inizio… Una famiglia di notabili in un arretrato borgo del Sud, nell’”Italietta” di fine ’8oo… A Castellaneta il padre è un veterinario, malato di snobismo che studia l’araldica in cerca del suo quarto di nobiltà … Approda a quel ridicolo suffisso “di Valentina d’Antonguella” che non si sa bene che significhi, ma, se non altro, servirà al figlio per ricavarne uno pseudonimo… La madre ,invece, era una vera figlia di nobili, vissuti in Francia, ed era stata dama di compagnia di una marchesa locale.. Aveva una gran cultura… E Rudy ricevette da lei un’istruzione al di sopra della media… Con molte lingue straniere e un’apertura mentale tutta europea, impensabile per i suoi compagni della provincia Tarantina… Cominciava così la sua odissea dell’essere diverso!
Poi il padre muore presto e lui finisce in collegio … A Perugia. La chiave del personaggio Valentino sta sicuramente lì, in quegli anni lontani dalla madre.. coperti dal silenzio e dalle omissioni … Se ne conosce però la
conclusione… Cacciato per indisciplina a 14 anni… Dietro c’era sicuramente un triste, freddo orfanatrofio per ragazzi poveri, dai muri grondanti umidità e dalle rigide imposizioni, dove lui era preso in giro perchè bruttino… ma forse anche molestato da qualche ragazzo più grande… Sarebbe bastato molto meno a ferire un ragazzino sensibile come Rudy… uno che a Hollywood, dopo tutto il cinismo ingoiato, sarà ancora capace di scrivere… “Meglio essere un filo d’erba che conosce i battiti del cuore di Madre Terra, piuttosto che una pianta travasata, viziata e relegata”Quegli anni di collegio fanno di Rudy un disadattato e un ribelle… Soprattutto poi quando lo rifiutano all’Accademia navale di Venezia perchè è miope… E pensare che sarà la miopia a dare a quegli occhi sensualità e profondità … Saranno ondate di donne a cadere ai suoi piedi… In qualche modo la madre riesce a fargli prendere il diploma di agrario… Chissà pensava di farne un amministratore per i terreni della marchesa… Ma il ragazzo che torna in Puglia è irrequieto e non trova pace… E poiché sua madre gli ha insegnato anche il Francese va a Parigi… Lì c’era la “Belle Epoque” e lui non tardò a immergersi e divenne un abilissimo ballerino… Pensava di darsi alla vita dissoluta e invece aveva imparato un mestiere …Pare che per mantenersi facesse il gigolò .
Ma a Taranto comunque non ci voleva proprio più rimanere … Troppa la ristrettezza mentale di chi lo circondava… E in America ci arrivò a bordo del transatlantico Cleveland…
New York, New York…un sogno amaro per il giovane Rudy… Dormiva al parco e faceva il lavapiatti … Poi incontrò Ugo Savino, cantante e amico di famiglia che lo mise a lavorare da Maxim … “taxy-boy” danzante per le donne, in cambio di due pasti e delle mance delle clienti, sempre che le accompagnasse a casa... Quando comincia a fare seriamente il ballerino resta coinvolto come testimone in una causa di divorzio durante la quale la moglie uccide il marito… I soliti lati oscuri della vita di Rudy che scappa letteralmente in California… Li c’è un vecchio amico o qualcosa di più, che lo inserisce nel Cinema…“Allora alzai lo sguardo e colsi il profilo della bellissima testa di Rudy. Immediatamente mi colpì la speciale qualità dei lineamenti perfetti, qualità che i francesi avrebbero chiamato fotogenia. Era il mio lavoro di regista cercare nuove facce e certo, se solo la recitazione del ragazzo si fosse mostrata all’altezza del suo profilo, mi trovavo davanti a una scoperta eccitante” Questa è la testimonianza di D.W. Griffith quando Rodolfo Valentino sta per diventare il più incredibile mito del cinema di tutti i tempi.
Lavorava già parecchio a Hollywood … In tante parti esotiche di secondo piano… Ma nell’ambiente non si muoveva con disinvoltura… Avrebbe voluto sua madre, ma lei morì prima di poterlo raggiungere. Forse fu per questo che si sposò poco dopo con una donna bellissima, l’attrice Jane Acker, che però era completamente lesbica e lo tenne fuori la porta della camera da letto la prima notte di nozze … E anche quelle a seguire! E non gli andò meglio neanche con la seconda moglie, anche lei lesbica, che però gli affinò lo stile e il gusto… Quasi una sua seconda mamma…
Per fortuna l’incontro decisivo della sua vita arrivò lo stesso, ma nel lavoro! Fu quello con la sceneggiatrice June Mathis, donna di enorme talento e potere nella Hollywood del tempo.
Quando lo vide nel solito ruolo secondario in “Eyes of youth”, ne restò folgorata, lo trovò perfetto per il personaggio di Julio Desnoyers, eroe romantico e sconfitto de I quattro cavalieri dell’Apocalisse il romanzo che stava sceneggiando… Lo impose, riscrisse il ruolo sui suoi occhi tenebrosi e iniziò il mito di Valentino… In un fumoso locale da ballo dell’America latina, vestito da gaucho, Rudy strappa la donna a un rivale e la trascina in una violenta indimenticabile sequenza di tango…
Dopo di allora in ogni personaggio che interpretò proiettava un’aura epica, fantastica, ultra romantica… Tutto era più grande e più emozionante d’ogni vita immaginata e vissuta dagli spettatori… Anzi dalle spettatrici… Non era l’unico bel seduttore un po’ esotico,un po’ mediterraneo, ma solo a lui fu dato un carisma senza precedenti e senza seguito. Un’assoluta fotogenia e un’ allusiva carica erotica, ma soprattutto tanta letteratura di infimo ordine che per la prima volta si affidava a lui, l’archetipo dell’eroe, di volta in volta sentimentale, avventuroso eroico… o erotico… Diventò l’immaginario collettivo delle donne americane.
Lo “Sceicco” lo sfumò di passione romantica, d’esotismo e di virilità selvaggia edel famoso rito che diventò poi quasi il suo marchio di fabbrica… La vestizione-svestizione in scena ancora in Sangue e arena, Monsieur Beaucaire, Aquila nera, Il figlio dello sceicco… Tutto poneva l’accento sul corpo di Rudy come oggetto di culto collettivo.
Ma Rudy era anche un vero attore, dotato di grandi doti di eleganza e sensibilità. Lo aveva da subito capito Charlie Chaplin che così lo ricordò il giorno dei suoi funerali a tutti quelli che, offuscati dal suo sguardo obliquo e dal suo corpo perfetto, poco ci avevano badato. “La morte di Valentino è una delle più grandi tragedie che abbia mai colpito il mondo cinematografico. Come attore egli possedeva arte e distinzione. Come amico, riscuoteva affetto e ammirazione. Noi che apparteniamo all’arte cinematografica, con la sua morte perdiamo un carissimo amico ed un compagno di grande valore. »
Una meteora, una morte improvvisa a 31 anni per una peritonite, nascosta però, dietro un’ulcera gastrica… il testimone muto delle sue ansie, della sua fallita vita matrimoniale e del montare del gossip, a stento trattenuto dalle produzioni, gossip che volevano parlare di lui al suo adorato pubblico femminile come del ”Piumino di Cipria”… Era giunta anche in Patria la diceria e il regime fascista lo teneva lontano… Forse se ne era andato appena in tempo prima di compromettere la sua leggendaria carriera.. che in fondo era l’unica cosa che era riuscito ad avere.
Per il bellissimo Rudy, le buonissime cozze della sua terra, una ricetta che viene da Taranto,la città dei due mari e della sua prima giovinezza…
COZZE ARRAGANATE
INGREDIENTI per 3 persone: 1kg di cozze, 100 grammi di mollica di pane, 172 bicchiere di vino bianco secco, 1 mazzetto di prezzemolo, 1 spicchio di aglio, 2 cucchiai di passata di pomodoro, 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva, pepe . Per quanto riguarda il sale il consiglio è di assaggiare prima della preparazione una cozza fatta aprire in padella perché ci sono tratti di mare più salati di altri o periodi dell’anno particolari,in cui le cozze hanno già la giusta sapidità e aggiungere altro sale sarebbe dannoso per gli esiti della ricetta).
PREPARAZIONE: spazzolate le cozze con la paglia d’acciaio e strappare a ciascuna il filamento in cui il tratto finale esce all’esterno. La pulizia deve essere molto meticolosa e alla fine la buccia della cozza deve essere lucente. Lavatele a lungo,ma esclusivamente sotto l’acqua corrente e non in acqua ferma.Poi poneteli sul fuoco con un poco di acqua e aspettare che i gusci si aprano. Non forzate l’apertura di quelle che rimarranno chiuse, limitatevi a buttarle via.Una volta aperta eliminare una delle due valve, vuota,e le altre con il frutto di mare al loro interno ponetele su una teglia sul cuo fondo avrete messo un po’ di acqua. In una ciotola amalgamate la mollica di pane con il prezzemolo ben tritato, l’origano, la passata di pomodoro, una parte dell’olio, l’eventuale sale, il pepe e, una volta che il tutto sia ben amalgamato, spolverizzatelo sulle cozze. Spargete su di esse un filo uniforme di olio e ponetele nel forno caldo a 200 gradi centigradi per circa 15 minuti, finché non siano gratinate., A metà cottura estraetele dal forno e distribuite il vino uniformemente. E’ un piatto che si gusta caldo!