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Rugb-rica mondiale - Day2: alla fine tutto 'saggiusta

Creato il 11 settembre 2011 da Rightrugby

Rugb-rica mondiale -  Day2: alla fine tutto 'saggiustaFinirebbe a mezzogiorno e mezzo la giornata mondiale numero due. Solo che c'è da vedere alcune delle gare minori annidate nelle profondità della mattina via Tivo (il nome americano del MySkyHD: fa tanto internazionale e non impegna ...).
Il leit motif del giorno segue il solco tracciato ieri da Nuova Zelanda-Tonga: alla fine tutto s'aggiusta secondo pronostici.
L'altro aspetto che attraversa la giornata è quel che diceva sempre la mia nonna: occhio che a mettersi con quelli di tacca più bassa, ci rimette sempre quello che sta più in alto. Il che spiega bene i patemi incontrati dalle Grandi prima che "tutto s'aggiusti". Quel che accade in corso d'opera, cioè che chi vince attraversi qualche momento tosto - dopotutto siamo ai Mondiali, no? - serve soprattutto ai giornalisti per fare i titoloni e montare i casi del giorno, e agli allenatori in cerca di capri espiatori. Invece di analizzare, studiare, confrontare, ricordare (si fa più fatica).
Le partite odierne eran quattro e nel ranking di quelle del "primo giro" (le otto partite del weekend) occupano i posti più bassi, la migliore essendo Inghilterra-Argentina, solo quarta su otto per "peso specifico"; era interessante anche Francia-Giappone (la quinta), sia per simpatia nei confronti del lavoro immane (ma ben remunerato, nel senso di ingenti risorse a disposizione) di John Kirwan nel Sol Levante, sia per verificare il livello di maturità e/o autolesionismo dei Transalpini (mai vie di mezzo con loro). Staccate nel cuore del mattino avevamo anche Scozia-Romania e Fiji - Namibia.
Bòn, a dirla fuori dai denti m'ha divertito moltissimo l'ultima, e non per gli stessi motivi che vi raccontano i giornalisti quelli veri, quelli che "Fiji si conferma pericolosa".
Fiji - Namibia è finita 49-25, sei mete di cui ben quattro dell'ala del Tarbes (non più del Colomiers, caro telecronista) Vereniki Goneva (a proposito: a brace, hat trick, ma come si dice quattro mete in inglese?), una di Nakarawa, quel lock che per entrare in Nuova Zelanda ha dovuto dar le dimissioni dall'esercito figiano - autentica minaccia per la democrazia e la stabilità del Mondo - e quella finale del redivivo Napolioni Nalaga, re del Top14 fin che c'è stato. In più 19 punti piazzati da Seremaia Bai, contro due mete e 15 punti al piede di Theuns Kotze per i namibiani.
Divertente partita non tanto per via dei figiani, come al solito esuberanti: i risultati altalenanti dell'ultimo anno non mentono, hanno evidentemente una "cilindrata" molto superiore agli avversari ma alla prova dei fatti sono deludenti, nulla a che vedere con la sorpresa che furono nel 2007. Sono evidentemente convinti di giocare in un torneo Sevens. Nulla contro il Rugby Sevens, sia chiaro, solo che qui siamo ai Mondiali Rugby Union.
No, il divertimento, aldilà delle otto mete, è la Namibia. Spacciata per squadra materasso, con solo due "europei" di un certo livello (capitan Jaques Burger dei Sarries e l'ala Conrad Marais presa da Montpellier), non è certo all'altezza delle prime dodici, ma come gioca! Una ventata di aria pura e calda stile High Veld.
Sia detto con ammirazione e non per sminuire, sono una buona squadretta da First Division di Currie Cup o da Vodacom Cup, che arriva e se la gioca a chi ne mette dentro di più, senza illusioni di cavalcate Sevens, giocando puro Union: calciando, muovendo la linea e spingendo in mischia. Il 34enne apertura Theuns Kotze, semisconosciuto con 2 "titolarizzazioni" nei Leopards di Potchefstroom e prima nei Welwitchias di Windhoek,
al suo esordio in Mondovisione ti centra bel bello prima una punizione da sessanta metri e poi tre drop tre in fila nel giro di quattro minuti, eguagliando il record mondiale dell'iconico Wilkinson, stabilto nella semifinale del 2003!
Peccato abbia deciso di non insistere, la sua foto campeggerebbe su tutti i siti e giornali e non solo qui da noi. Hanno poi i due citati, più Chrysander Botha, 23enne smilzo e sgusciante, e una mischietta di tutto rispetto. Peccato risultino leggerini nel gioco aperto, abbattuti come fuscelli e tolti via dalle ruck dai potenti Isolani, ma grazie alle prodezze della loro apertura sono arrivati a condurre per 7-12. Piacevoli.
L'altra gara minore è Scozia-Romania 34-24. La prima partita in mattinata ha un doppio significato: quello sopra accennato valido per tutte le mayors, cioè ben che vada, a giocare con le minnows si rischiano sempre delle gran figure da chiodi, e allora i nervi già a fior di pelle degli allenatorini tipo Marc Lievremont o Andy Robinson saltano come tappi di prosecco; la seconda è un amarcord, la Romania gioca paro paro come l'Italia di sei - otto anni fa, affidandosi a una mischia coesa, esperta e spavalda come una banda di zingari, mentre altrove tanta buona volontà e palle perse a gogo.
Anche loro arrivano a star davanti per qualche minuto dopo un paio di mete classiche di potenza davanti e restano in parità fino al 75'. Poi il rugby non ammette troppe eccezioni, vince sempre il più forte di giornata se si rende conto dov'è e cosa sta facendo. Allora è sufficiente che esca il leader del pack delle Querce Marius Tincu e che gli scozzesi si guardino finalmente nelle palle degli occhi, per mandare Simon Danielli in meta due volte nel giro di tre minuti.
Succede allora che l'allenatore che prima ti sbatte i pugni alle pareti facendo il labbrino sottile, poi si trovi in testa al girone grazie al bonus guadagnato con la quarta meta - due di Danielli, prima Blair e Ansbro, più 14 punti piazzati dal migliore in campo, il vecchietto Chris Paterson, sempre ricco di iniziative e mai farfallone distratto come molti dei suoi compagni a partire da quelli del pack, come Richie Gray, poco propensi oggi a sporcarsi le mani con "gli zingari".
E' in fondo lo stesso andamento di Francia-Giappone 47-21, di cui parliamo diffusamente qui. Alla fine è un sei mete a due (doppietta di Alridge) e 17 punti piazzati da Yachvili, bonus acquisito e uno direbbe, perfetto. Invece dal 20-3 della mezz'ora e con una meta fatta e mangiata da Estebanez, i Bleus si ritrovano a chiudere il tempo 25-11, che diventa 25-21 all'ora di gioco. Girato il campo, i Bleus si son trovati controvento, ma non è solo quello.
A questo punto la situazione era la seguente: mete da maul (Pierre) e intercetto (Trinh Duc, più una di Clerc) e due quasi mete (giustamente) negate dal Tmo De'Sanctis a Nallet e ancora Pierre ancora su maul, cioè tutte sostanzialmente in prima fase; infortuni a Estebanez, Trinh Duc e al suo sostituto Skrela, rimasto in campo 12 minuti e sostituito all'apertura da Parra; Charlie pur ridicolizzati in mischia ordinata e dominati in rimessa ma esaltati e in pressione a tutto campo.
A questo punto - e siamo a 10 minuti dalla fine, l'inconsistente Lievremont inalbera su nel box il musino stile Flaminio (scusate ma non abbiamo mai digerito responsabili "solo tecnici", incapaci di esser leader), mentre giù in campo è Rougerie a prendere la direzione avanzata delle operazioni, lanciando in meta prima Nallet, poi l'altro lock di rilievo Pascal Papè e infine Parra, in una serie di azioni fotocopia della serie, tu attacchi scriteriatamente me, io ti infilo sul lato debole a te.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma non per i francesi. Effettivamente l'essersi fermati nelle realizzazioni dal 34' al 68' per farsi raggiungere va analizzato e capito, ma il periodo coincide coi cambi per infortunio e con due quasi mete ... tant'è.
C'è infine di giornata australe lo scrappy exercise inglese con i Pumas concluso 13-9, una meta del subentrato Ben Youngs che nelgi ultimi dieci minuti ha cambiato la partita - assieme al crollo del fiato dei gauchos - e s'è riguadagnato il posto di titolare.
Una considerazione su tutte: che trappolone in cui si sono fatti infilare i dabbene inglesi! Essendo quelli che se li sfidi a fare a bòtte non si tirano indietro, alla fine gli emuli di coach Martin Johnson (ogni .. bulldog assomiglia al suo padrone) han pure menato come fabbri - vittime Contepomi e Tiesi - ma era esattamente quello che volevano i Pumas. Han guadagnato infatti nove punizioni piazzabili, ma han saputo centrarne solo tre.
Trentatrè percento, gravemente insufficiente: avessero anche solo superato il 50%, avrebbero vinto 15-13. E a noi viene in mente il parallelo coi casi nostri Azzurri: bella la strategia del guadagnar punizioni col pack, se hai l'esperienza e la capacità di metter pressione unita a una difesa che scivoli bene impenetrabile, per tener gli avversari lontani dal tinello della signora Maria fin che tu li stuzzichi; tutto molto bello, solo che ci vuole un piazzatore ...
Chi invece il piazzatore ce l'avrebbe è l'Inghilterra, che schiera Jonny Wilkinson in una gara dove invece la capacità di Toby Flood di lavorare nella e non dietro la linea, probabilmente sarebbe risultata decisiva. Tant'è, Jonny ha performato un clamoroso tre su otto nei piazzati, probabilmente la sua peggior statistica della maggiore età. E se Wilko non piazza, non dico i drop o i calci da sessanta metri come Carneade Kotze, ma i piazzati potabili, che te ne fai?
Il nuovo stadio Otago di Dunedin è chiuso, quindi non è il vento; quanto all'ovale ufficiale, è un Gilbert a disposizione delle squadre da un anno e non un Mitre, poco gradito in passato dall'anglo tolonese. Jonno, sempre adamantino, si assume tutte le responsabilità e va oltre, afferma che la sua "sensazione" a calci eseguiti è stata regolarmente buona, solida, quella abituale insomma. Cosa è successo? Mah ... Appunto per i piazzatori nelle prossime partite: aumentare il numero di prove.
Un appunto anche al commentatore Sky, quello che viaggia col database: insistere con 'sta storia che non si fischia il calciatore avversario, cosa che si fa regolarmente nei posti rugbisticamente più civilizzati del mondo come ad esempio Wellington, Hamilton, Auckland e Dunedin - si fa prima a dire, tutti tranne che al Thomond Park - è cheap quanto presentare le pattine all'ospite. La smetta per favore.
Domani mattina dalle 5.30am alle 10.30 am tre gare importanti non solo per l'Italia: nell'ordine la terza sfida per peso specifico del "primo giro" Australia vs. Italia, l'importante Irlanda vs. Eagles allenati da O'Sullivan e la sfida assolutamente numero uno del weekend Galles vs. Sudafrica.


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