Il rugby a 13 in Italia è, al momento, un fenomeno di nicchia. Ciononostante quel piccolo mondo è spaccato in due: da una parte la FIRL, dall’altra Italia RFL. Due federazioni in guerra negli ultimi anni. Ora il Coni ha fatto la sua scelta: che succederà?
Di seguito il comunicato
L’Italia RFL è stata riconosciuta dal CONI come organo federativo ufficiale ed esclusivo di promozione e sviluppo del Rugby League (o Rugby a 13) in Italia.
La federazione raggiunge quindi l’obiettivo che si era prefissata la FIAG13 nel 1960, il riconoscimento del maggior organo sportivo italiano, membro del CIO e arbitro della vita sportiva del nostro paese. Raccogliamo quindi l’eredità dei pionieri del 13 italiano sperando di aver maggior fortuna e di contribuire alla crescita ovale e sportiva dell’Italia.
L’accettazione della nostra richiesta passa attraverso la valutazione delle reali forze in campo, dei team e del numero dei partecipanti convolti e tesserati da parte di una commissione del Comitato. Nei prossimi mesi i rapporti tra l’Italia RFL e il CONI porteranno al regolare e completo riconoscimento del Rugby League come Disciplina Sportiva Associata nel novero delle Federazioni affiliate al Comitato Nazionale. La nostra associazione raggiunge le altre 19 della medesima categoria: Disciplina Sportiva Associata al CONI a fianco di sport quali il Cricket, Pallamano, Football Americano e il Rafting.
Sono quindi giorni di intenso lavoro per la preparazione statutaria della nostra associazione per aderire ai dettami e regolamenti che il CONI prevede per i propri associati. Il neopresidente David Massitti ha commentato soddisfatto: “Raggiungere il riconoscimento ufficiale da parte del CONI è, oltre un onore, anche il punto di svolta tra la pura passione e l’inizio di un lavoro molto più serio e professionale, dovremo svilupparci seguendo regole e metodologie ferree. Con tutta probabilità se tale riconoscimento fosse avvenuto con i nostri predecessori negli anni sessanta, forse la storia sarebbe stata diversa. Ora abbiamo la possibilità di continuare da quel punto: il Rugby League è sport a sè anche per le istituzioni, affine sicuramente, ma diverso dal Rugby Union. Le possibilità di accedere a tutte le facilitazioni che il riconoscimento ufficiale ci conferisce saranno un volano per lo sviluppo del nostro sport, il fatto che il CONI sia importante membro del CIO e coinvolto nelle Olimpiadi apre scenari decisamente vasti per la stessa disciplina in se, non solo per noi.”
Il nostro prossimo obiettivo è la chiusura della spaccatura delle anime del Rugby League italiano, un ricongiungimento che auspichiamo dal giorno seguente la separazione del 2010, fondato sul rispetto della democrazia e del Rugby League stess
L’Italia RFL avanza in modo formale nuovamente il proprio invito alla Firl e mette in campo i 13 club dei campionati del 2010 e i loro rappresentanti, resta in attesa di conoscere quali siano, oltre ai soli 2 noti, i team e i rappresentanti degli stessi, associati alla Firl.