Ci sono dei posti al Mondo che uno s'immagina "felici" a prescindere. Fiji è uno di questi: un paradiso tropicale dove uno crederebbe la gente stia bene come ci stanno i turisti. Ma non tutto è come appare.
Gli appassionati di rugby sanno perchè ce ne interessiamo: aldilà della bellezza sconvolgente dei luoghi, lì il rugby è molto sviluppato, si gioca ufficialmente dal 1914 e le squadre europee, francesi in specie e australi, sono piene di atleti figiani. Li abbiamo visti a Modena recentemente, tra i molti altri lo sono d'origine i due naturalizzati All Blacks Rokocoko e Sivivatu e quanto valgano i rugbisti di laggiù lo possono dire i gallesi, da loro eliminati agli ultimi Mondiali di Francia 2007. Non da ora, accade che da quelle parti il rugby giochi un ruolo anche "politico".
Le Isole Fiji - Matanitu Tu-Vaka-i-koya ko Viti in melanesiano - un arcipelago nell'Oceano Pacifico a est dell'Australia, sono una repubblica indipendente dal 1970, anno del ritiro britannico. L'arcipelago ospita meno di un milione di abitanti, equamente divisi tra melanesiani e indù, discendenti della manodopera importata dai colonizzatori. Poco di diverso da altri staterelli sparsi tra Pacifico e Indiano, se non fosse che il piccolo esercito ha sempre avuto una pesante influenza sulla politica isolana. Dall'indipendenza si sono registrati nelle Fiji ben quattro colpi di stato militari, tutti peraltro relativamente incruenti: due nel 1987, uno nel 2000 e quello finale nel 2006.
A proposito di quest'ultimo pronunciamento che insediò al potere l'attuale primo ministro, il commodoro Frank Bainimarama ("Bananarama" per gli amici? Just kidding ...), si narra che costui, grande appassionato di rugby, ne avesse posticipato l'esecuzione di mezza giornata per assistere alla finale del campionato locale.
Dal 2006 ad oggi, la comunità internazionale non ha schiodato la Giunta nonostante il taglio degli aiuti e la sospensione dal Commonwealth Britannico; ma quel che non potè l'Onu e Sua Maestà, far vacillare il regime, forse sarà ottenuto da l'International Rugby Board gestito con piglio napoleonico da Messieur Guy Lapasset.
L'antefatto è una lotteria, allestita dalla federazione di rugby FRU per finanziare la spedizione della nazionale ai prossimi Mondiali in Nuova Zelanda. Una indagine della Commissione del Commercio delle Isole rivelava grosse incongruenze tra quanto realizzato con la lotteria e quanto attualmente in cassa, ventilando l'ipotesi che molti dei denari raccolti fossero stati usati dalla Federazione "per altri scopi", diversi dal Mondiale. La Giunta militare coglieva la palla al balzo per "commissariare" la FRU, imponendo entro la fine di questo mese le dimissioni di tutti i responsabili; in caso contrario avrebbe tagliato i fondi statali, rendendo impossibile alla nazionale figiana di recarsi in Nuova Zelanda a settembre.
Sulle prime i federali del rugby figiano si sono piegati, ma è ora calata su di loro la protezione della Irb, novello Ordine Templare a protezione dei "pellegrini" (nell'accezione veneta del termine): la Irb ha minacciato di non riconoscere la nuova FRU e quindi di annullare la partecipazione di Fiji ai Mondiali, se i suoi capi non fossero eletti "secondo la costituzione della Fijian Rugby Union". Di conseguenza l'assemblea straordinaria prevista per fine mese è stata annullata. Sul motivo concreto del contendere la Irb non si sbilancia:"the Fiji union is contesting the commission's findings", recita il comunicato Irb, e in ogni caso la questione secondo il Board deve rimanere tra Federazione e organi investigativi, senza coinvolgimenti governativi. E' Cosa Nostra insomma.
Si apre allora un bel braccio di ferro tra militari figiani e la Irb: se la FRU non si piega quanto dicono i primi, la nazionale di Fiji salterà i Mondiali, ma se lo fa non potrà andare ai Mondiali ... Vedarèm chi cede o a che compromesso si riuscirà ad arrivare. Certo è che pensare all'assenza di Fiji dai Mondiali è pesante, per tutti gli sportivi ma soprattutto nelle Isole: toccare uno sport che vanta 80.000 praticanti nelle isole (quanti in Italia, ma lì è quasi il 10% della popolazione!) potrebbe avere effetti incontrollabili sul piano politico; toccherà ... anticipare un altro golpe, stavolta?
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