Rugby: Intervista al Capitano Cus Torino Rugby Monica Bruno, convocata in Nazionale

Creato il 23 ottobre 2013 da Sportduepuntozero

Estremo e Capitano del Cus Torino Rugby, eccellenza piemontese di Serie A Femminile. Oltretutto è studentessa universitaria, frequenta il corso di laurea in fisioterapia. Recentemente è stata anche convocata in Nazionale. Non si fa mancare proprio nulla Monica Bruno, la torinese classe 1991 che sta regalando grandi emozioni al rugby piemontese. L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio, approfittando di questo momento pieno di soddisfazioni.

Cosa si prova ad essere convocata in Nazionale? Cosa ti hanno detto le tue compagne di squadra?
È bello vedere che i sacrifici degli ultimi anni sono stati premiati. Le mie compagne erano tutte molto contente ed entusiaste per me.

Pensi che ora la tua vita cambierà?
Dubito che cambierà. Sono una studentessa, ho 20 anni. Oltre al rugby, mi piace stare con le mie compagne di squadra, i miei amici, uscire e far festa. So che non sarà per sempre, anzi, non so per quanto durerà, ma non voglio nemmeno pensare a come sarà la mia vita una volta terminata la carriera sportiva.

Cosa provi quando fai rugby? 

Il rugby è diverso dagli sport comuni e più conosciuti. Mi piace perché mi permette di affrontare faccia a faccia le mie avversarie. In più mi regala un senso di libertà e soddisfazione unici, soprattutto quando vengono raggiunti gli obiettivi.

Come è iniziata la tua carriera sportiva?

Un po’ per caso, anzi inizialmente non ne volevo proprio sapere!  E’ stato grazie alle mie due sorelle, che già giocavano e che ancora oggi rappresentano un punto di riferimento importante. Tutto è cominciato quanto in una partita di una di loro sono stata buttata in campo perché una giocatrice si era infortunata. Da lì mi sono appassionata!

Cosa rispondi a chi sostiene che il rugby è uno sport maschile?
Non è assolutamente vero ! Ci sono piuttosto delle differenze nell’approccio, che, per certi versi, rendono  persino più stimolante il rugby femminile. Le donne sono “tecniche”, gli uomini più fisici. Per non parlare poi degli ottimi risultati della nazionale femminile nelle ultime stagioni!

Un sassolino che vuoi toglierti dalla scarpa?
Ho solo una considerazione. Il rugby femminile suscita comunemente poco interesse e questo dispiace. Trovo paradossale, però, che soltanto ora che il campionato non è iniziato nel migliore dei modi, l’attenzione sia cresciuta ma con un taglio “negativo”. Ho trovato molti articoli a riguardo che riportavano critiche, mentre del fatto che lo scorso anno la nostra squadra RJCT torinese abbia vinto la Coppa Italia o che il campionato a 7 sia stato di un livello un po’ più alto o che si sia allargato il movimento femminile italiano ne ho sentito parlar ben poco.

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