Rummenigge: "Fate come noi con la nuova Arena, il Bayern è diventato il più forte di tutti"
Creato il 23 novembre 2013 da Stefano Pagnozzi @StefPag82Interessante articolo tratto da http://milano.repubblica.it con un'intervista a Karl-Heinz Rummenigge sullo stadio del Bayern Monaco, uno degli elementi di forza del business(qui dettagli sull'ultimo bilancio) del club dell' Allianz Arena.
Il dirigente tedesco indica la strada: "Sì, i tifosi sono dei nostalgici, ma alla fine capiscono. Ho visto l'invidia di Galliani e Moratti quando l'hanno visitata"
AVEVA solo due anelli, i posti in piedi nel parterre con le cancellate, le panche di legno in spogliatoio, i gol Kalle li tuonava sul prato. "Me lo ricordo bene San Siro, mi piace rivedere i filmati, ci penso spesso". Ma nei suoi uffici di Säbener Strasse, nel cuore di Monaco di Baviera, il presidente Karl-Heinz Rummenigge non ha davvero tempo per la nostalgia, preso com'è a lustrare la gloria del suo Bayern campione d'Europa e a contare i quattrini garantiti dall'Allianz Arena.
Presidente, quanto vi ha cambiato la vita il nuovo stadio dal 2006 a oggi?
"È la chiave di tutto. Un esempio voi a Milano lo avete vicino: la Juve. Non è un caso che tutto le sia andato bene da quando c'è lo Stadium, in campo e fuori. A noi l'Allianz ha creato una specie di boom. È sempre tutto esaurito, lo è già in prenotazione fino a maggio di quest'anno".
Amore coi tifosi a prima vista.
"E noi cerchiamo di acconten-tarli fino in fondo. Dal parcheggio, 11mila posti coperti, il più grande al mondo, ai servizi, all'atmosfera. Ha tranquillizzato anche la situazione con gli ultrà, so che il problema c'è anche da voi in Italia. Incassiamo dagli sponsor, dal museo che porta 40mila spettatori al mese, dal merchandising che nei giorni di partita porta 300mila euro".
Coi cugini del Monaco 1860 pagaste lo stadio 346 milioni di euro prima dei Mondiali di otto anni fa. Quando andrete in pareggio?
"Prima le aggiungo che non fu speso un euro di denaro pubblico. E che il 1860 contribuì all'inizio al 50 per cento, per volere del governo del Länd e della città, ma poi vendette la sua quota a noi. Noi partimmo con 50 milioni cash, poivendemmo il 9,1 per cento delle azioni a Adidas per 75 milioni e la stessa quota a un prezzo più alto alla Audi. Ciò detto, tra meno di cinque anni saremo in pareggio. E da allora sarà tutto guadagno".
Può confermare, o smentire, la leggenda dello stadio aperto 365 giorni l'anno?
"La gente viene ogni giorno per il museo o per il tour interno. Abbiamo 100 eventi aziendali l'anno. Ma quando consultammo altri club prima di costruirlo, capimmo che ci dovevamo concentrare sul calcio, non su cinema o centri commerciali. L'Ajax, che ha l'Amsterdam Arena, ci consigliò di lasciar perdere i concerti, non è un business conveniente".
Dunque, lei consiglia alla sua Inter, o al Milan, un nuovo stadio?
"Sì. Tutto il calcio italiano, fermo ai Mondiali del '90 a parte la Juve, ne ha bisogno. È vero che avete la crisi. Ma Milan e Inter possono costruirne uno solo, di stadio, sono già abituate. E la burocrazia è simile a quella che abbiamo affrontato noi al Bayern".
Nessuna nostalgia per l'antico?
"I tifosi si affezionano. All'Olympiastadion avevano trionfato Beckenbauer, Mül-ler, Maier. Io. Ma hanno capitoche con l'Allianz Arena si poteva costruire un nuovo ciclo. Che il servizio sarebbe stato molto migliore. Il vecchio stadio si può conservare, sconsiglio di demolire San Siro. Comunque, i consigli li ho dati davvero".
Cioè?
"Moratti e Galliani sono stati a Monaco, hanno toccato con mano. E ho visto un po' di invidia per me sui loro volti, hanno visto opportunità che a Milano non esistono".
Thohir lo ha già consigliato?
"Non lo conosco ancora. Ma abbiamo precedenti in Europa per figure di tycoon come lui. In Inghilterra hanno funzionato, anche nel club più prestigioso di tutti, il Manchester United. È una novità che bisogna accettare, anche se ai tifosi all'inizio non piace. Sono sempre nostalgici. Anche in Germania. Anche la legge tedesca".
In che senso, scusi?
"Per legge una società sportiva dev'essere in mano al club, cioè ai soci, per non meno del 51 per cento. Al Bayern abbiamo l'azionariato popolare, come al Real Madrid o al Barcellona, 226mila soci che detengono l'81,8 per cento delle quote della società sportiva. In pratica, non rischiamo un tycoon straniero".
Presidente Rummenigge, il modello-Bayern e in generale il modello-Bundesliga sono esportabili nel calcio italiano, e applicabili a Inter e Milan?
"Le differenze di contesto ci sono. Vi serve una nuova spinta: costruire lo stadio non è nemmeno questa grande idea nuova. Ma funziona. So di essere impopolare agli interisti, ma il modello è la Juve: lo Stadium lo vidi durante i quarti di finale di Champions l'anno scorso. Mi piace".
Fonte: http://milano.repubblica.it
Altro sul Bayern Monaco http://infoazionariatopopolarecalcio.blogspot.it/2011/10/azionariato-partecipativo-un-esempiofc.html
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