Ok, lo so.
Non sto mantenendo la mia promessa di aggiornare costantemente il blog.
Dovete capirmi, è un periodo particolarmente difficile ed il tempo è il mio peggior nemico. Il lavoro (o lavori, sarebbe più corretto), gli impegni istituzionali, l’inizio della stagione seriale autunnale, il tentativo di mantenere un barlume della mia già quasi inesistente vita sociale: sono tutte cose che mi fanno scivolare via il tempo dalle dita.
Voi lettori (immaginari) dovreste sapere bene come la vita di una fangirl sia una vita complicata.
Ci tocca sempre trovare il tempo per correre a destra e a manca in cerca delle ultime news sugli ammmmori della nostra vita, tenere il conto dei millemila film e telefilm da vedere e seguire, gigioneggiare su Tumblr, perfino leggere, commentare e possibilmente imparare a memoria i 3944 capitoli della nostra fanfiction preferita…
Se come me poi vi trovate nella condizione difficilissima della
FANGIRL IN DISGUISE le cose si complicano ulteriormente.
Per chi non l’avesse ancora capito, la “fangirl in disguise” è un rarissimo esemplare che a tutt’oggi non trova una sua ben definita collocazione nel panorama vastissimo dei weirdos della rete, ”povera disgraziata di turno”che
nonostante l’animo da fangirl urlante è costretta a nascondersi dietro la facciata di una pseudo-vita sociale. Secondo fonti autorevoli, la suddetta “fangirl in disguise” potrebbe anche essere fidanzata, avere dei buoni amici e addirittura un lavoro impegnativo o una carriera scolastica ancora stranamente in corso e talvolta soddisfacente.
Naturalmente la “fangirl in disguise”, dovendo mantenere la propria facciata di persona “normale” davanti al mondo,
non ammetterebbe mai la sua vera natura in pubblico – a meno che non si tratti di un pubblico virtuale o social (e sempre anonimamente, sia chiaro…) –
ed è quindi costretta a nascondersi e limitare i propri attacchi d’isteria, gli urletti ad ultrasuoni e i momenti di panico causati dall’eccesso di feelings, ai rari momenti di pace e solitudine che il mondo le concede.
In questo strano e complicatissimo gioco del nascondino con il mondo, vi renderete conto che essere una “fangirl in disguise” e al contempo riuscire a rispettare tutti i propri impegni è una vera e propria impresa. Tra studio, lavoro ed appuntamenti con amici e fidanzati di turno, riuscire a seguire qualcosa come 40 serie tv sembra quasi un miraggio, a malapena si trova il tempo per mangiare e dormire e Tumblr diventa un vortice risucchiapersone da evitare come la peste.
PER UNA FANGIRL IN DISGUISE IL TEMPO NON E’ MAI ABBASTANZA.
Non basterebbero 40 ore al giorno per placare il suo spirito irrefrenabile e la giornata abituale si svolge automaticamente secondo questo schema:
TRAUMA N°1 – LA SVEGLIA: dopo una nottata passata a sbavare sugli addominali del Damon Salvatore di turno, veniamo buttate giù dal letto al suono delicatissimo della nostra sveglia.
la mia delicatissima sveglia dal minuto 0:29 a 0:53 circa
Nonostante il sonno e le occhiaie che sembrano caverne infestate, se siamo abbastanza veloci, troviamo pure quei 5 minuti di tempo libero, tra doccia, vestiti e colazione, per partire verso il pc e il Tumblr sempre aperto;
TRAUMA N° 2 – LE CORSE: risucchiate dal buco nero che è Tumblr, scopriamo improvvisamente di essere in un ritardo micidiale per la scuola/università/lavoro. Scatto felino e velocità degna di un caccia cylone: si scappa verso la destinazione designata. Siamo costrette al contatto con altri esseri umani e a rispettare le convenzioni sociali. Nel nostro cervello è pienamente attivo l’allarme Sheldon Cooper ma fortunatamente ce la caviamo un pochino meglio di lui a fingere di conoscere i comportamenti appropriati secondo il mondo.
Twitter è il nostro unico sfogo della mattinata. In cinque minuti di pausa facciamo già il pieno di informazioni inutili di vario genere, foto dal set di Sherlock, tweet di Tom Hiddleston che ti fanno sciogliere come neve al sole, e interminabili conversazioni sulla pucciosità diabolica di
Misha Collins.
PAUSA PRANZO – Salutati i colleghi, si corre a casa (se si fa in tempo). Oltre al pranzo ci attende l’ultima puntata di OUAT che ci eravamo preoccupate di scaricare al mattino.
Tra un insulto a David-Charming-Pescelesso, un commento malizioso su Hook e una dichiarazione d’amore eterno a Lana Parrilla e Robert Carlyle, il tempo scivola via che è una meraviglia.
Leggiamo in fretta e furia un capitolo dell’ultima slash-fic Destiel e poi via, di corsa a studiare o di nuovo in ufficio. Nel frattempo il fidanzato sclera, visto che prese dalle immagini mentali di Misha e Jensen ci siamo scordate di chiamarlo.
Il pomeriggio è lungo e stressante. Nella migliore delle ipotesi si sta a casa a studiare con la tv impostata su mute su cui gira il dvd di
LOST o con le cuffie che ci bombardano nelle orecchie le meravigliose soundtrack di Murray Gold. Nel peggiore dei casi, si sta in ufficio, a far finta d’interessarci al lavoro e ad ascoltare le inevitabili storielle della collega di turno, che tenta ogni santissima volta di propinarci i suoi discorsi sulla dieta da 26milioni di chili in 3 giorni.
Da navigate maestre della finzione, mettiamo su la nostra maschera sociale e annuiamo costantemente alla collega mentre ci trasferiamo mentalmente nel nostro mind palace, immaginando di volare via sul dorso di un drago nero verso le coste dell’antica Valyria o di salire a bordo del Galactica a fumare un sigaro e giocare a carte con Kara Thrace.
Come da copione arriva sempre sul più bello il momento di panico assoluto. Credi di aver superato facilmente buona parte del pomeriggio e decidi che, sì, dai, puoi anche entrare altri 5 minuti su Twitter.
TRAUMA N° 3: la tua tl è piena zeppa di update sull’ultima foto del read through del cinquantenario del Doctor e YOU SIMPLY CAN’T.
Le guance si tingono di un bel colorito rosso paonazzo e le pupille si dilatano a dismisura. La salivazione è un ricordo lontano, le mani iniziano a formicolare e uno strano tic ti costringere a muovere sospettosamente il piede sinistro avanti e indietro. MOMENTO DI PANICO.
I colleghi avvertono subito la sintomatologia del cambiamento e, come se avessero un sensore di disagio incorporato, immediatamente partono con le domande: “stai bene? E’ successo qualcosa?”. E tu stai lì e non batti ciglio. DON’T BLINK, BLINK AND YOU’RE DEAD, ti ripeti.
Cerchiamo di scrollarci di dosso quella sensazione di asfissia dilaniante da eccesso di feelings che ci pervade alla visione di David Tennant e le sue basette da Tenth Doctor, tratteniamo le urla mentali che minacciano di uscire non appena apriremo bocca e fingiamo ancora una volta che nulla sia accaduto in questo triste mondo di persone “normali”.
Superato l’imbarazzo del momento, nonostante il nostro cervelletto sia ormai partito verso l’infinito e oltre a bordo del TARDIS, riusciamo infine a rimetterci al lavoro.
Le ore passano lentamente e siamo già stanche come dei piccoli bradipi assonnati.
Il pomeriggio però giunge al termine e la genuina, quasi tenera ingenuità che sempre ci accompagna, ci porta a credere di aver superato indenni la giornata. Non vediamo l’ora di correre a casa a saltellare allegramente scrollando il nostro Tumblr o aggiornando il nostro blog e già corriamo verso il pc, quando veniamo bruscamente riportate alla realtà dallo squillo del cellulare.
Tra gli impegni e lo stress accumulato a forza di reprimere le nostre emozioni da fangirl, abbiamo nuovamente dimenticato il nostro caro fidanzato. Nervoso per la nostra noncuranza e soprattutto già incazzato nero per aver perso 20 partite consecutive a FIFA, il fidanzato, che a partire da questo momento chiameremo “il nerd in disguise” (ma il mio lo conoscete meglio come Giovane Padawan o Amore del Cuore), ha deciso che proprio questa sera vuole giocare a Resident Evil 6 e dato che per tutto il giorno non lo abbiamo nemmeno considerato pretende che anche noi partecipiamo alla campagna cooperativa.
Ci riflettiamo un po’ su, poi decidiamo di dirgli di sì, un po’ perché in fondo in fondo siamo delle brave fidanzate, un po’ perché siamo un tantino nerd anche noi e Resident Evil non ci dispiace affatto. Più che altro, l’idea di sparare a raffica su degli zombie idioti, fingendo di trovarci un po’ in una situazione alla TWD, ci sembra perfetta per scaricare i nervi accumulati.
Ci fiondiamo nella casa del “nerd in disguise” in men che non si dica.
Non sono nemmeno le 21:00 e abbiamo già completato buona parte della campagna con Leon e Helena e siamo fiere di noi stesse per essere riuscite ad ottenere una S. Ancora niente serie tv e niente Tumblr ma ci accontentiamo: LA SERATA STA ANDANDO ALLA GRANDE.
E lì casca l’asino…e il telefono squilla di nuovo.
Questa volta è la cara amica, quella single e festaiola che esce tutte le sere, che come al solito ci fa la ramanzina: “è possibile che non ci vediamo mai? Dove sei scomparsa nel weekend? Ti ho mandato più di 20 msg su feisbuk. La devi smettere di fare la n’topa (n.d.r. espressione dialettale che sta per “secchiona, nerd e socially awkward”)! ”.
Sorvolando sul fatto che tu su facebook non entri più da 14 mesi circa, per nascondere di aver passato il fine settimana a fare un rewatch di Sherlock e a giocare ad Assassin’s Creed 3 sul divano del “nerd in disguise”, cominci a cercare giustificazioni assurde tipo imminenti esami il giorno di pasqua o scadenze lavorative il 15 di agosto. L’amica è gentile e fa anche finta di crederci, poi lancia la bomba: “passo a prenderti tra 10 minuti per un caffè, non puoi dirmi di no”. E TU NON PUOI DIRE DI NO dato che ha fatto leva sui tuoi sensi di colpa.
Ti rassegni al tuo destino e sai già che non avrai più il tempo di sbrigare quel documento urgentissimo che ti servirà domani a lavoro, che non avrai tempo per continuare a scrivere quel post che avevi iniziato sul blog, che non avrai tempo per stare su Tumblr e che non avrai tempo per guardare l’ultimo episodio di Breaking Bad.
E QUESTA E’ PURA E SEMPLICE DEVASTAZIONE.