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Runtime Error di Danylù Louliette K.

Creato il 07 luglio 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

Recensioneùdi Nasreen

Iniziare una recensione di un racconto affermando che, no, a me personalmente i racconti non piacciono proprio non è forse un modo intelligente di farlo. Qualcuno potrebbe pensare che io possa essere un tantino, ma giusto un po’, prevenuta nei confronti di questo racconto visto quanto ho appena scritto, ma così non è, lo garantisco.

Runtime Error di Danylù Louliette K.
In genere evito proprio di scrivere recensioni dei racconti, non ritengo sia giusto far recensire un romanzo storico a chi, gli storici, li odia e lo stesso vale per me e le storie brevi. Il problema è che la mia vita sarebbe noiosa senza una qualsivoglia sfida e recensire un racconto, di fantascienza (altro mio tasto dolente), di una mia amica e collaboratrice su SognandoLeggendo, a quanto pare doveva sembrare proprio l’occasione giusta per mettermi alla prova. Sono stata quindi minacciata incaricata di leggere e parlarvi di questo racconto, Runtime Error, primo di una serie di racconti sci-fi cyberpunk scritti dall’abile penna di Danylù Louliette K.

In Runtime Error abbiamo giusto il tempo di farci un’idea della società in cui la neohuman (essere umano su cui coesistono pasti meccaniche e biologiche alla luce del sole senza un rivestimento di pelle completo) Neva e Dyx si muovono e agiscono come membri della Release Society, combattendo una guerra senza esclusioni di colpi contro i trafficanti di pelle umana e coltan.
Stiamo parlando di una società distopica, una VERA distopia, in cui le città snodano in tre livelli in un mai empirico richiamo ai tre luoghi cristiani cattolici quali il Paradiso, Purgatorio e Inferno. In particolare stiamo parlando di Tecnopolis, la città del cielo, costruita ad almeno 1000 metri dal suolo e in cui vivono i cyborg, gli ex umani, ormai del tutto dediti a rendersi sempre più perfetti, impianto dopo impianto e la cui unica preoccupazione è di stare al passo con le ultime mode in fatto di parti bioniche artificiali e, ovviamente, pelle. Al di sotto troviamo gli abitanti del suolo, solo da poco ripopolato dopo il grande disastro che aveva reso il suolo terrestre in sostanza inabitabile per l’essere umano, e che adesso si ritrovano a svolgere il ruolo di galoppini dei cyborg. Sono coloro che vorrebbero ascendere, che vorrebbero diventare altro, ma che sono solo umili abitanti del suolo e che quindi svolgono il lavoro sporco, come quello di allevare, letteralmente, umani con cui rifocillare il mercato nero della pelle umana, tanto cara agli abitanti della città del cielo. Al di sotto, in un inferno che niente ha da invidiare a quello dantesco, troviamo la Undercity, i vecchi bunker del pre-disastro che oggi, dopo un secolo, sono stati trasformati e adattati a città. È qua che vivono i reietti, cercando inconsapevolmente di sopravvivere a una società che li vede solamente come bestiame da allevare per privarli del loro involucro esterno.
Questo è il mondo creato da Danylù Louliette K., un mondo duro e spietato in cui la Società è malata oltre ogni previsione e dove non c’è nessuno ad opporsi, se non la RS (Release Society).

Runtime Error di Danylù Louliette K.
Incontriamo Dyx e scopriamo com’è entrata a far parte della RS, come la Società aveva messo gli occhi sulla sua pelle e ha attentato alla sua vita. Di come Neva e la RS l’avevano scelta e seguita per farne una dei loro militanti e l’hanno salvata, rendendola a sua volta un cyborg pur di salvare il suo invidiabile cervello.
Tutto questo ci viene detto in poche ma intense pagine e quando, in conclusione, sembra che l’introduzione stia per finire… Ecco che la nostra Danylù ci pianta in asso, chiudendo il racconto – il primo racconto, ecco la nostra unica speranza – con una fine amara che lascia perplessi e un po’ scocciati.
Esiste un motivo se non amo i racconti, beh, ecco qual è: sono corti e non mi dicono mai abbastanza. Così, ancora una volta mi trovo ad aver assaggiato qualcosa di potenzialmente interessante, per poi essere lasciata a becco asciutto, in attesa del prossimo episodio.

Lo stile di Danylù è curato, preciso ed elegante. Si vede con chiarezza che sa di cosa sta scrivendo, che non improvvisa e non butta giù parole sul foglio tanto perché pensa di aver qualcosa da dire al lettore. Lei ha qualcosa da narrare, e sa farlo bene, il problema sta tutto nel fatto che non dà abbastanza al lettore. Il racconto è corto, sicuramente d’impatto e con una parte sentimentale appena accennata – non più di una ventina di righe – forte ed emotiva. Ma cos’altro poter dire in assenza del resto?
Non so se il mio continuo lamento sulla brevità del racconto possa essere considerato o no un complimento all’autrice, che è stata in grado di farmi desiderare di più, con questo breve incipit; comunque, i fatti sono questi: bel racconto, ma con riserva, ho bisogno di qualcosa di più per giudicare l’opera, oltre che l’evidente bravura della scrittrice.

Voto

 

Runtime Error di Danylù Louliette K.

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