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Rush (2013): Recensione

Creato il 24 settembre 2013 da Mcnab75

RUSH

Rush
di Ron Howard
USA/UK/Germania 2013

Sinossi

Rush narra la storia di una rivalità sportiva rimasta negli almanacchi e nei cuori degli appassionati: quella tra il campione austriaco di Formula Uno, Niki Lauda, e il suo più acerrimo avversario degli anni ’70, lo spericolato inglese James Hunt.
Rivalità che impreziosì l’epoca d’oro delle corse automobilistiche, mettendo uno contro l’altro due piloti agli antipodi: freddo calcolatore il primo, istintivo e sregolato il secondo.
Il film tratta il periodo che va dal passaggio dei due campioni dalla Formula Tre alla Formula Uno, fino allo storico campionato del mondo del 1976, passando attraverso il terribile incidente occorso a Lauda nel Gran Premio di Germania del 1° agosto 1976…

Commento

Adoro i film sportivi, anche se non è facile girarli.
In più trovo che raccontare il mondo della Formula Uno attraverso il grande schermo sia ancora più difficile. Ron Howard ci prova, rievocando l’epoca in cui l’automobilismo era ancora uno sport eccitante e spettacolare. Per molti esperti furono proprio i ’70 a rappresentare il culmine qualitativo di questa disciplina, anche se, personalmente parlando, la mia passione raggiunse il massimo con l’epopea del grande Senna, e poi morì con lui.

Niki Lauda era invece il pilota preferito di mio papà. Se conosco qualcosa di lui, lo devo proprio alle spiegazioni, ai racconti di mio padre. Per quel che mi concerne lo ricordo soprattutto come commentatore televisivo, il viso già sfigurato dall’incidente, dal fuoco.
Ed è da quel punto cruciale della carriera, anzi, della vita di Lauda, che Howard imposta il film, ripercorrendo la storia dei due arcirivali, così diversi tra loro da non potersi sopportare.

RUSH

E’ questo duplice filo narrativo che fa filare via il film, contrapponendo i caratteri opposti e incompatibili dell’austriaco e dell’inglese, senza mai fare il tifo per l’uno o per l’altro. Un’equidistanza che ho apprezzato e che rende onore ad entrambe i piloti, sottolineando umani pregi e umanissimi difetti senza scadere (quasi) mai nell’agiografia.

Rush dura due ore, ma non ha momenti di noia. Il film è ben costruito, soprattutto sulle parti che non riguardano le rievocazioni dei vari gran premi. Le vite parallele e al contempo divergenti dei due campioni ci vengono proposte per capitoli, per tappe, in modo lievemente patinato, ma senz’altro gradevole. Howard sa fare il suo mestiere, e si vede. Forse gli manca ancora quel guizzo geniale, quella trovata unica memorabile, una sorta di inconfondibile marchio di fabbrica; eppure è bravissimo a confezionare film che funzionano senza essere né banali né eccessivamente retorici.

Impossibile non citare la presenza nel cast del nostro Piefrancesco Favino, che interpreta con bravura il pilota svizzero Clay Regazzoni, compagno di squadra di Lauda. Piacevoli, soprattutto all’occhio maschile, le parti riservate a Olivia Wilde e a Natalie Dormer (quest’ultima relegata al primo quarto d’ora di film).
Completano il tutto alcuni fotogrammi d’epoca, e i camei di altri personaggi dei bei tempi che furono, da Enzo Ferrari a Luca Cordero di Montezemolo, passando anche dalle parti di Stirling Moss e di Teddy Mayer.

rush 2

Gli unici limiti che ha Rush riguardano, per assurdo, le parti riguardanti le corse vere e proprie, che sono limitate in numero. Qualcuna di più sarebbe stata gradita, anche perché il materiale a cui attingere, nel Campionato del Mondo del 1976, abbonda.
Detto ciò, la pellicola di Ron Howard è sicuramente valida, e vede, tra le altre cose, la maturazione definitiva di Chris Hemsworth, un attore che a me piace parecchio.

A film concluso resta, nel cuore dello sportivo, la nostalgia per un mondo che non esiste più, tanto nella Formula Uno quanto in altre discipline. Beato chi certe epoche d’oro le ha vissute. Tutti gli altri, i giovanissimi soprattutto, forse non capiranno mai fino in fondo ciò che si sono persi.
Questo sì che è un peccato.

I veri Lauda e Hunt.

I veri Lauda e Hunt.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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