L'attore neozelandese ha accompagnato al Festival di Taormina uno dei kolossal dell'estate,”Man of Steel”, rilettura in 3D del mito di Superman, ed è stato protagonista di un'inaugurazione spettacolare, dove ha ricevuto il Taormina Art Award.
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Crowe ha salutato il pubblico da autentico ‘gladiatore’ parlando in italiano: «Per l'Italia ho sempre avuto un amore profondo, anche prima di diventare ‘gladiatore’. Questo premio per me significa molto più di quanto possiate immaginare: forza e onore».
Russell Crowe - che ha portato con sé anche un nuovo album, “The Crowe and Doyle” Songbook Volume III - interpreta il padre di Superman, stesso ruolo ricoperto da Marlon Brando nel film di Richard Donner del 1978. «Ho iniziato ad amare Brando» - racconta Crowe - «quando avevo 18 anni: era un attore immenso, capace di trasformarsi in qualunque personaggio; sapeva incarnare ogni ruolo e questo, per me, significa recitare».
Alcuni critici, in questo nuovo Superman che salva la Terra, hanno visto un riferimento alla figura di Gesù. Per Russell Crowe l'aspetto più importante del film è il valore della speranza, di un mondo di popoli uniti e non in guerra: «L'amore e la pace sono i valori più importanti. Gli stessi che, come padre, cerco di trasmettere ai miei figli: ho due bambini e cerco di farli crescere senza privilegi, insegnandoli che il modo
giusto di conquistare le cose è il lavoro».
«Del cinema italiano classico» - prosegue Crowe - «naturalmente amo i film di Federico Fellini e credo che la Fontana di Trevi resa famosa da “La dolce vita” sia uno dei luoghi più belli del mondo». «Del cinema contemporaneo» - conclude l’attore - «considero il film di Roberto Benigni “La vita è bella” uno dei più belli di tutta la storia del cinema: un padre che si sacrifica per il figlio, in fondo, è lo stesso tema al centro nel nostro Superman».