Con 298 voti a favore e un solo astenuto, la Duma, la Camera Bassa del parlamento russo, ha dato oggi il via libera definitivo all’amnistia per i colletti bianchi condannati per reati finanziari: si tratterà di un massiccio intervento svuota-carceri, che nei prossimi sei mesi dovrebbe riguardare circa centomila condannati per tangenti, corruzione, truffa, frodi e vari reati fiscali. Il provvedimento si applicherà solo a coloro che risarciranno i danni cagionati dai loro comportamenti illeciti e che non si trovano agli arresti anche per reati contro la persona: una discriminante che, a pensarla in maniera maligna, sembra fatta apposta per evitare un ulteriore sconto di pena per Mikhail Khodorkovskij, l’ex petroliere in carcere da dieci anni per reati fiscali e furto di greggio, che dovrebbe ritornare in libertà nell’autunno 2014.
Il provvedimento entrerà in vigore subito, in quanto non necessita di una seconda lettura al Consiglio della Federazione (il Senato russo), e soprattutto non deve essere promulgato da Putin, che pure sulle prime si era mostrato non entusiasta della soluzione, per poi diventare un sostenitore dell’iniziativa sollecitando la Duma a concludere rapidamente dell’iter legislativo.
Secondo quanto riferito da Boris Titov, Garante per le attività economiche, saranno scarcerati entro fine anno circa 13.500 detenuti attualmente presenti nelle patrie galere russe, ma potranno beneficiare dell’amnistia anche altri 80mila attualmente sottoposti ad un regime di semilibertà o che scontano pene alternative al carcere. Le associazioni imprenditoriali, molti uomini d’affari russi diventano troppo spesso oggetto di abusi da parte di poliziotti corrotti, che, facendo leva sulla propria autorità, eliminano rivali in affari per conto di terzi, o semplicemente impongono tangenti per “insabbiare” irregolarità contabili che altrimenti verrebbero utilizzate per colpire l’imprenditore stesso.