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RUSSIA: Da Vladivostok a Kaliningrad, la trasferta più lunga del mondo

Creato il 17 agosto 2013 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 17 agosto 2013 in L'Est nel pallone, Russia, Slider with 0 Comments
di Damiano Benzoni

Baltika Vladivostok

È la trasferta di campionato nazionale più lunga del mondo: domenica 18 agosto, alle ore 18, si disputerà allo stadio Baltika di Kaliningrad la partita tra Baltika Kaliningrad e Luč-Energija Vladivostok, partita valida per la nona giornata della FNL (la ex Pervyj Divizion, il secondo gradino della piramide del campionato russo). Le città di Kaliningrad e Vladivostok sono divise tra di loro da ben 7350 km in linea d’aria: il Luč-Energija, per recarsi allo stadio Baltika, dovrà compiere un viaggio aereo di nove ore e mezza, attraversando alcuni confini statali e otto fusi orari.

Kaliningrad è il capoluogo dell’omonimo oblast’, annesso dall’Unione Sovietica al termine della Seconda Guerra Mondiale e russificato forzatamente anche attraverso l’allontanamento della popolazione tedesca della città un tempo nota come Königsberg. Quando nel 1991 l’Unione Sovietica cessò di esistere l’oblast’ di Kaliningrad restò sotto il controllo della Russia, divenendone una exclave distante 350 km e separata da almeno altri due stati (Lituania e Lettonia o Lituania e Bielorussia). Vladivostok sorge invece nell’estremo oriente della Russia, distante 6400 km in linea d’aria da Mosca: la distanza tra Vladivostok e la capitale russa è però più spesso misurata con i 9289 km di binari della Transiberiana, di cui le due città sono i capolinea. Il viaggio in treno da un capolinea all’altro richiede otto giorni. Lo stadio Dinamo di Vladivostok, casa del Luč-Energija, sorge a poche decine di metri dal mar del Giappone. La Cina dista un centinaio di chilometri, la Corea del Nord circa duecento.

La sterminata estensione della Russia e la distribuzione disomogenea delle sue squadre di calcio professionistiche hanno provocato non pochi grattacapi in passato. Mentre la maggior parte delle squadre si trova nella parte occidentale del paese, nello stesso girone del Luč-Energija giocano due squadre della Siberia centro-occidentale, il Sibir’ Novosibirsk e lo Enisej Krasnojarsk (una terza, il Tom’ Tomsk, gioca nella massima divisione) e un’altra proveniente dall’estremo oriente, lo SKA-Ėnergija Chabarovsk. In passato, nel 1994 e nel 1995, il campionato di seconda divisione prevedeva una trasferta ancora più lunga di quella tra Baltika e Luč-Energija: nella stessa serie della squadra di Kaliningrad giocava infatti l’Okean di Nachodka, città che sorge a est di Vladivostok. Tra Kaliningrad e Nachodka la distanza in linea d’aria arriva a 7425 km.

Il Luč-Energija ha giocato dal 2005 al 2008 nella Prem’er-Liga russa, il campionato di massima divisione, attirando l’ira del portiere del CSKA Mosca Igor’ Akinfeev che, dopo aver patito una sconfitta 4-0 a Vladivostok, suggerì che la squadra orientale avrebbe fatto meglio a unirsi al campionato giapponese. Tre tifosi dello Zenit San Pietroburgo, nel 2006, decisero di affrontare la trasferta a Vladivostok in macchina, su una Honda vecchia vent’anni. La macchina resse agli oltre 9500 km del viaggio dal mar Baltico all’oceano Pacifico; dopo la vittoria 2-0 dello Zenit, però, l’automobile non fu in grado di ripartire. I tre tifosi furono costretti a tornare con la Transiberiana, appena in tempo per la successiva partita di campionato dello Zenit. L’attaccamento alla squadra fu premiato: la società regalò agli avventurosi tifosi una nuova macchina e decise di esporre la vecchia nel museo del club.

Se per tifosi e giocatori delle squadre avversarie del Luč-Energija e dello SKA-Ėnergija Chabarovsk le trasferte sono problematiche, almeno il disagio è limitato a una manciata di occasioni l’anno; in alcune occasioni, tra l’altro, la lega è stata organizzata in modo da accorpare le due trasferte e permettere un unico viaggio. Ben più complicata la situazione delle due squadre orientali, che devono affrontare un numero ben maggiore di viaggi pesanti, trovando sollievo solo nei due scontri diretti: in quell’occasione la squadra ospite deve affrontare una trasferta di “soli” 760 km. Alcuni anni fa il manager della squadra di Vladivostok Sergej Pavlov, intervistato dalla UEFA, dichiarò: “Ci servono due giorni per adattarci quando viaggiamo a Mosca, ma quando torniamo a casa ci serve una settimana per tornare alla normalità. È terribile che nessun programma di recupero scientifico riesca ad aiutare la squadra. Non c’è nessuna ricetta segreta: il problema è più duro per noi che per chiunque altro”.

Conti alla mano, considerando le distanze in linea d’aria e accorpando in un unico viaggio le trasferte consecutive di Kaliningrad e Nal’čik, il chilometraggio necessario al Luč-Energija per affrontare l’intero campionato supera i 190mila chilometri. A fornire un po’ di sollievo alle due squadre c’è il fatto che il campionato sia composto da un numero dispari di squadre, diciannove: i turni di riposo del Vladivostok e del Chabarovsk sono stati programmati strategicamente nella settimana precedente alla trasferta di Kaliningrad. Anche il Baltika osserverà un turno di riposo prima di recarsi a Vladivostok, ma non potrà fare altrettanto per la trasferta di Chabarovsk, che si disputerà appena sei giorni dopo la partita casalinga con lo Enisej Krasnojarsk.

Articolo apparso originariamente su Dinamo Babel.

Tags: Baltika Kaliningrad, campionato calcio russia, Igor Akinfeev, Kaliningrad, Luč-Energija Vladivostok, Vladivostok Categories: L'Est nel pallone, Russia, Slider


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