Russia, pubblicata la black list dal Cremlino. Nell’elenco anche l’italiana Anna Maria Corazza

Creato il 01 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

La blacklist delle 89 personalità europee stilata dal Cremlino è una “occasione per far sentire ancora di più la nostra voce contro il “putinismo” che oggi in Ucraina, ma prima in altri Paesi, ricorre ancora all’aggressione armata e non al dialogo per risolvere un conflitto”. A parlare è l’europarlamentare europea, Anna Maria Corazza, l’unica italiana – naturalizzata svedese per aver sposato l’ex premier nonché ex ministro degli Esteri svedese Carl Bilt – ad essere finita nella lista nera di Putin. Convinta che l’obiettivo russo sia anche “dividere tra buoni e cattivi”.

Anna Maria Corazza (formiche.net)

Anna Maria Corazza, finita nella black list di Putin. “La nostra colpa – spiega l’europarlamentare del gruppo die popolari – è quella di denunciare che c’è una guerra in corso in Europa, che in Ucraina si commettono continue violazioni dei diritti umani e crimini di guerra”. Il Cremlino non ha spiegato le ragioni di questa blacklist, ma per Corazza-Bildt “si tratta della politica dell’occhio per occhio e dente per dente”, un riferimento alle sanzioni europee e alla lista delle personalità russe non gratae redatta circa un anno fa dall’Ue dopo l’annessione della Crimea alla Russia.

“Io sono più fiera che impaurita” per essere stata inserita nella lista, ha detto ancora Anna Maria Corazza da Bruxelles, poco prima di un incontro con una delegazione ucraina. “Non sono antirussa. Sono per il popolo russo. Sono contro il putinismo che costituisce una minaccia per il suo Paese, per l’Ucraina e per la pace e la stabilità dell’Europa intera”, ha spiegato Corazza-Bildt che fa parte anche della Commissione congiunta fra Parlamento europeo e ucraino e fa campagna a favore di Nadia Savchenko, la top-gun ucraina detenuta a Mosca e in sciopero della fame.

“Non bisogna lasciarsi destabilizzare da questa politica del divide et impera di Putin. Per questo è ora di lanciare un appello al governo italiano a dare un chiaro sostegno alle sanzioni anti-russe in occasione del prossimo vertice europeo di Bruxelles del 25 giugno”. Inoltre, ha concluso l’europarlamentare “è l’unico modo per tenere in piedi gli accordi di Minsk-2″.

Il 29 maggio è stata pubblicata la black list dal Cremlino: l’elenco degli “indesiderati”. Pronta da più tempo, la black list del Cremlino è divenuta di dominio pubblico solo il 29 maggio, scatenando dure reazioni da parte degli europei. Per primo ne ha dato notizia il premier olandese Mark Rutte. Di essa fanno parte, tra i vari, l’ex premier e leader dei liberaldemocratici all’Europarlamento Guy Verhofstadt; il segretario generale del Consiglio dell’Ue, Uwe Corsepius, futuro consigliere per gli Affari esteri della cancelliera tedesca Angela Merkel; il vice ministro alla Giustizia polacco, Robert Kupiecki; l’ex ministro alla Difesa britannico, Malcolm Rifkind, il capogruppo del Partito socialista francese, Bruno Le Roux, la numero uno dell’autorhity fiscale svedese, Eva Lidstrom Adler.

Inizialmente non è stata motivava – la Farnesina ieri l’ha definita “non comprensibile” – e oggi il ministro degli Esteri moscovita, Sergey Lavrov, ha invocato il principio di reciprocità. “Non volevamo seguire il cattivo esempio (occidentale), ma abbiamo dovuto applicare il principio della reciprocità”, ha detto Lavrov, che ha poi sottolineato: “La lista russa “è come quella” di indesiderabili russi stilata dall’Ue un anno fa, solo che là ci sono 150 russi, prima di definire la logica delle blacklist e delle sanzioni come “assurda” e “arbitraria”.


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