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Rwanda a Piemonte Movie / Ricordi di un eccidio nel documentario di Alessandro Rocca

Creato il 24 marzo 2011 da Marianna06

"Com'è possibile che persone come me....abbiano potuto prendere la decisione di uccidere altre persone ? E non solo di pensarlo ma... di  farlo? "

A chiedersi questo è, in apertura di narrazione, la giovane rwandese del riuscitissimo documentario di Alessandro Rocca, presentato a Torino  giorni fa, in occasione della undicesima edizione di "Piemonte Movie, che si è conclusa il 9 marzo scorso.

Titolo del documentario è :"La lista del console", tratto dall'omonimo libro-testimonianza di Luciano Scalettari, prefazione di Alex Zanotelli, edito dalle Paoline, e che non possiamo non  leggere all'approssimarsi del 6 aprile,data del tragico evento,  quello dell'ultimo genocidio della nostra storia contemporanea, consumato nel Paese dalle "mille colline" con circa un milione di morti , e purtroppo nell'indifferenza generale del mondo.

"La lista del console" altro non è che la rievocazione della storia di Pierantonio Costa, console italiano in Rwanda in quei tragici giorni.

Il genocidio di cui sopra, per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, si consumò, a partire dal 6 aprile '94  con l'uccisione di un milione di persone, tutsi, in quel momento etnìa minoritaria  sia numericamente che politicamente, ed hutu moderati, rei quest'ultimi di aver loro prestato aiuto.

 Uccisione perpetrata da  estremisti interhamwe, appartenenti  appunto alla maggioranza del momento, gli hutu.

Nel documentario Costa in persona ritorna a Kigali e nei luoghi circostanti, dove fu protagonista del salvataggio di almeno duemila persone, occidentali e ruandesi, adulti e bambini, grazie al suo denaro e alle sue conoscenze.

Nelle immagini del documentario di Rocca scorrono i volti dei rwandesi d'oggi, che conservano ancora molto vivi i ricordi di morte.

Quando  la violenza insensata e brutale è prevalsa sulla ragione o almeno sul buon senso è il Rwanda è stato teatro di un'efferata  strage, difficile a dimenticarsi.

Non si dimenticano, tanto nel film di Rocca (sezione "Panoramica Doc" di Piemonte Movie) quanto nel libro di Scalettari, insieme a Costa  personalità come Marziano Bettega, Renata Tomini, alcuni missionari italiani, le donne del Rwanda. Sopratutto  Yolande  Mukagasana,che anche noi,  in Italia, abbiamo imparato a conoscere, grazie al mondo dell'associazionismo e sopratutto ai suoi scritti.

Agghiaccianti immagini di repertorio, inserite dal regista, rendono ancora più eloquenti i racconti dei testimoni.

In particolare le chiese profanate e divenute camere della morte per chi invece ingenuamente pensava di essere al sicuro tra  quelle mura.

Ritornando all'operato di Pierantonio Costa, il console, si ricorda nel filmato del suo ultimo viaggio dal Rwanda al Burundi, nella cui circostanza gli riuscì di salvare in un colpo solo 375 bambini.

Gli era stato tuttavia consigliato di non tornare  indietro.Pena la propria vita.

Oggi, Pierantonio Costa con Yolande Mukagasana e Zura karuhindi sono tutti candidati al Nobel per la Pace 2011.

E mai " Nobel" sarebbe più che giustamente meritato per chi ha guardato  davvero negli occhi la "morte" ma ha scelto, a proprio rischio e pericolo e senza esitazione alcuna, la vita.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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