Specie nella popolazione giovanile, in Rwanda, c'è un notevolissimo interesse per internet.
Tutto è partito dalle scuole, già le primarie, in cui molti bambini e preadolescenti all'interno di alcuni progetti- pilota richiesti, negli anni passati hanno cominciato ad utilizzare un laptop.
Qualcosa, infatti, nella prima fase, recitano i dati,come circa 80mila laptop sono stati distribuiti in 146 scuole di tutto il territorio del Rwanda.
Ricordate il famoso laptop economicissimo di Negroponte?
Anche lui ha fatto la sua parte.
Attualmente, grazie a delle politiche commerciali concorrenziali ,che hanno fatto abbassare i prezzi e ad una efficace distribuzione d'impianti, sia ad energia elettrica che a gasolio attraverso generatori e/o via satellite, anche nelle zone più remote del Paese è arrivato il computer.
I dati ufficiali riferiscono di un 42% d'internauti sulla popolazione complessiva del Rwanda. E la cifra è destinata ovviamente a crescere.
Infatti, tutti i bambini e i ragazzi ,che frequentano oggi le scuole statali, secondo fonti governative, potranno avere a disposizione molto presto un computer portatile .
Inoltre il personale docente e anche quello amministrativo, quest'ultimo anche fuori dall'ambito scolastico, saranno messi nelle condizioni di accedere a corsi di alfabetizzazione informatica per dare vita, gradualmente, ad un migliore funzionamento nei servizi del sistema-Paese e così abbandonare quasi definitivamente il cartaceo.
La seconda fase del medesimo progetto prevede pertanto l'assegnazione di altri 100mila computer in altri 416 complessi scolastici.
Scusate se è poco.
Se ai bambini e preadolescenti delle scuole statali si aggiungessero anche quelli delle scuole private, dietro pagamento del laptop per una cifra di 200 dollari, si arriverebbe, secondo i calcoli, addirittura a 120 mila portatili distribuiti.
Qualcosa veramente di straordinario da fare arrossire senza dubbio certe realtà nostrane ,dove si chiacchiera molto a proposito d'informatizzazione delle scuole e dei servizi in genere ma il raggiungimento dell'obiettivo è ancora piuttosto lontano.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)