Sono cominciate in Ruanda le celebrazioni per l’anniversario, che ricorre quest’anno, dei 20 anni dal genocidio.
In una cerimonia svoltasi al memoriale di Kigali, il ministro degli Esteri Luise Mushikiwabo ha acceso una torcia che simboleggia la memoria collettiva e che, dalla capitale, sarà trasportata in tutti i villaggi del Paese prima dell’avvio di periodo di lutto nazionale, che comincerà il 7 aprile.
Nessuno tra i ruandesi, infatti, ha dimenticato mai l’uccisione spietata di circa un milione di persone tra i tutsi e gli hutu moderati.
Non c’è famiglia in Rwanda che non abbia subìto nella sciagurata circostanza la perdita di uno o più di un familiare.
Negare il genocidio è quasi come bestemmiare per noi occidentali su ciò che è sacro e /o ci sta particolarmente a cuore .
Per quanto gli oppositori di Paul Kagame non perdano occasione , tutte le volte che possono, di soffiare sulle braci e alimentare il fuoco della contrapposizione.
Essi sostengono che gli uomini del Fronte Patriottico Ruandese (FPR), i vincitori di ieri e i politici dell’ oggi, hanno ucciso anch’essi ma non hanno mai pagato per i delitti commessi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)