E sia: prendiamola con filosofia.
M’auguravo un inizio d’anno sereno, tranquillo, rilassato, pure un po’ svagato, con notevole quantità di Tempo a mia completa disposizione.
Scribacchina illusa: il Tempo è fattore di cui sono (e sarò, temo) in perenne deficienza.
Tutto questo premesso, spero non me ne vorrete se rimanderò di qualche giorno la cronaca d’uno spettacolo sublime al quale assistetti pochi giorni fa: Itis Galileo del buon Marco Paolini (autore del quale già vi proposi la cronaca del bello spettacolo Miserabili. Io e Margaret Thatcher).
Nell’attesa, v’intrattengo colla presentazione del bell’album BTTB (Back To The Basics), partorita dalla sottoscritta e pubblicata nel febbraio 2000.
Itis Galileo e BTTB: ‘na scarpa e un socoeo, come direbbero Paolini e la di me mamma.
Come dar loro torto?
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Febbraio 2000
Sakamoto torna alle origini. Dimenticando le geniali policromie caratterizzate dai colori di violini-piano-batteria dei tempi di Forbidden Colors (forse il brano più famoso del compositore, affascinante al massimo grado grazie anche alla penetrante voce di David Sylvian), Ryuichi Sakamoto propone un album interamente strumentale, dove a fare da padrone di casa è proprio quello strumento che, secondo una definizione ormai diventata patrimonio comune, riunisce in sé un’intera orchestra: il pianoforte.
Già edito in Giappone, dove il singolo Energy Flow è rimasto al primo posto in classifica per otto settimane, BTTB (Back To The Basics) è la conferma delle infinite potenzialità compositive di Sakamoto. E proprio quel primo posto conservato per otto settimane (con un singolo che, ricordiamolo, è pura musica classica, con la quale è pressoché impossibile raggiungere anche soltanto i primi dieci posti delle classifiche) lo consacra Re in Giappone, dove è il più anziano artista ad aver ottenuto un primo posto nella classifica dei singoli.
E’ possibile identificare numerosissime influenze nella scrittura e nell’esecuzione di Ryuichi Sakamoto. Che afferma: “Voglio abbattere i muri che ci sono tra i generi, le categorie o le culture. Invece di costruire mura o frontiere, ho sempre cercato di mescolare cose diverse. Penso che sia stimolante ed eccitante un’operazione di questo tipo”. Ma le influenze di Sakamoto non sono soltanto musicali; un ruolo importante viene giocato dalle emozioni. Sakamoto riesce così a ricreare ambientazioni sonore capaci di rappresentare, a loro volta, scenari visivi dalla limpidezza sconcertante. 16 i brani inseriti dall’artista giapponese in questo cd; si parte dal singolo già citato, Energy Flow, passando attraverso Railroad Man (tratto dalla colonna sonora del film nipponico Poppoya), Aqua, Tong Poo (tributo alla Yellow Magic Orchestra, della quale fu co-fondatore; un pezzo definito dallo stesso Sakamoto come brano «una persona/quattro mani» per l’uso della sovraincisione), Lorenz And Watson ed altre ancora, culminanti nell’elegante Reversing.
Gradevole fino all’estasi, BTTB dev’essere ascoltato, senza spendere inutili parole per tentare di darne un’immagine stampata. E’ quel tipo di musica aerea, quasi eterea, che è giusto gustare in punta di timpano, senza commenti. Tante volte – e questa è senz’altro una di quelle – è meglio non dare giudizi, ma spalancare le orecchie del cuore e ascoltare quello che la musica gli vuole comunicare.