Eventi e Folklore
24 giugno: giorno dedicato alla natività di San Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino (354-430); notte delle streghe da tempo immemorabile.
Nella tradizione della romagna contadina le celebrazioni per le festività cattoliche si innestano sui “tempi forti “ del ciclo del raccolto del grano e sulle antiche credenze del paganesimo popolare ad esso legato:
Sa’ Zvan amdór
Sa’ Pir sgadór.
La mietitura cominciava il giorno di San Giovanni Battista (24 giugno), dopo la benefica guazza del mattino, e lo sfalcio del fieno e delle stoppie il 29, giorno di San Pietro.
Michele Placucci nel suo Usi, e pregiudizj de’ contadini della Romagna (Dal Barbiani, Forlì, 1818) riporta dettagliatamente l’attestazione dell’antica credenza che indentifica nella notte di San Giovanni il momento propizio (o infausto) per veder il passaggio delle streghe che si recano alle loro feste:
“Ab immemorabili credono li contadini, che nella notte dell’accennata festa [di San Giovanni Battista] le streghe si facciano vedere ne’ crociari delle strade detti quadrivj, vale a dire in quel punto, che forma centro a quattro diverse strade. Perciò ivi si portano, ed appoggiano sotto il mento nel collo una forca, e stanno in quel luogo ed attitudine quasi tutta la notte; ed asseriscono che veggono le streghe, le quali passando, dicono le seguenti parole: Ben staga l’inforchèa, vale a dire: Bene stia l’inforcato, quello cioè che stassi sulla detta forca appoggiato. E l’uomo risponde: Ben vega a c’ha d’andèa, che equivale a Ben vada chi ha d’andare, o viaggiare; cioè la strega.”
Non è un caso che proprio nei crociari (in romagnolo cruseri) ovvero nei crocicchi delle strade di campagna sia facile incontrare un antico pilastrino della Madonna o una piccola cappella per la devozione popolare a qualche Santo protettore. All’incrocio di quelle strade che si tagliano ad angolo retto, tracciate con grande abilità dai Romani per porvi i confini delle terre coltivate, era in uso già dai loro tempi porre, in cima a pilastrini o su piccoli altari, le statue delle loro divinità protettrici, per favorire sia la benevolenza degli dei sulla loro terra, sia quella dei viadanti che lì si incontravano. Con la diffusione del cristianesimo l’immagine della Vergine venne a sostituire le divinità pagane, ma non mutò la superstizione su infausti incontri nei crocicchi privi di sacra protezione.
Per poter assistere senza pericolo al passaggio delle streghe occorre essere preparati: si deve andare con una forca, tenere la testa tra le rebbie e prestare attenzione per riconoscerle e soprattutto rispondere correttamente al loro augurio, affinchè non si tramuti in fattura o sortilegio.
Una poesia di Cino Pedrelli, Da i sét cruseri, descrive questo rito minuziosamente, anche se con un finale inaspettato.
In spala ó bott’ la forca de’ pajer,
ó fat un zérc par téra int e’ crusér,
e’ mangh alé int e’ méz a j ó punté,
la testa tra i du brénch a m’ só’ afazé.
A j ó alzé j ócc:
“Ben vaga la barghé!”.
Dal vosi á arspost:
“Ben staga l’infurché!”.
Aj ó cnusú una vosa: quela ad lia.
La viaza propi in bona compagnia!
(traduco: in spalla ho buttato la forca del pagliaio/ ho fatto un cerchio per terra nel crocicchio/il manico nel centro ho puntato/ la testa tra i due rebbi, mi sono affacciato./Ho alzato gli occhi/”Ben vada la brigata!”/Delle voci hanno risposto:/”Ben stia l’inforcato!”/ Ho riconosciuto una voce: quella di lei./Viaggia proprio in buona compagnia!)
Così attesta la tradizione e così va rispettata: dunque munitevi di forca ad un crocevia e attendete. Ma se temete di far notte senza veder nessuno o di incrociare qualcuno con intenzioni peggiori di una strega, potete sempre farvi un giretto a San Giovanni in Marignano: dal 19 al 23 ogni sera si festeggia il passaggio delle streghe ricordando la tradizione, che vuole, come regola d’oro che ad ogni data importante, sacra o profana, si renda onore coi festeggiamenti.
Info e approfondimenti:
NOTTE DELLE STREGHE, 25° edizione, SAN GIOVANNI IN MARIGNANO, 19-23 giugno: http://www.lanottedellestreghe.net/
NOTTE DI SAN GIOVANNI: tradizioni romagnole
La nöta d’ Sa’ Zvân di Bas-ciân articolo p4-6 in LA LUDLA 2005, n. 5 maggio-giugno
http://www.argaza.it/la%20Ludla%202005.htm
Ben vega a c’ha d’ andèa di Maurizio Balestra; Sa’ Zvân amdór, Sa’ Pir sgadór. Riti legati alla fienagione in Romagna di Bas-ciân: articoli p 5-6 in LA LUDLA 2006 ,n. 5 giugno. http://www.argaza.it/bollettini/Giugno.06.pdf
Voce “barghé” in Vocabolario romagnolo- italiano di Libero Ercolani: http://archive.org/details/vocabolarioromag00ercouoft
Cino Pedrelli, poeta e studioso di dialetto romagnolo: http://www.cinopedrelli.it/